“Siate benedetti voi che soccorreste nella tribulazione e ci infondeste coraggio quando ci stringeva il terrore e cercaste e seppelliste i nostri morti e foste i nostri fratelli quando tutto era crollato intorno a noi”.
Con queste parole l’amministrazione comunale di Longarone nel Natale del 1963 inviò il proprio biglietto di auguri.
Buongiorno a tutti, superstiti, sopravvissuti, autorità, colleghi sindaci, cari concittadini…
Ho voluto cominciare con questa frase particolarmente significativa questa cerimonia e Vi ringrazio personalmente e a nome delle amministrazioni comunali di Castellavazzo, Erto e Casso e Vajont per esser intervenuti. Oggi la Fondazione Vajont 1963 Onlus, recependo l’idea del suo vicepresidente Renato Migotti, ha voluto consegnare un attestato di benemerenza a quei Comuni che si sono adoperati all’indomani della tragedia per recuperare, dare un luogo di ricovero, ripulire e riconoscere le salme di questa immane tragedia.
Lo facciamo a 49 anni di distanza, ma proprio perché lontano nel tempo materiale assume ancora più pregnanza umana, perché il gesto fu di quelli che non si potranno mai dimenticare.
Così oggi riteniamo doveroso esprimere il nostro profondo e sentito ringraziamento alle comunità che Voi qui rappresentate e che tanto sostegno hanno offerto alle nostre popolazioni.
Ho con me gli articoli di stampa di allora, che testimoniano la straordinaria opera di solidarietà di quei giorni tristi e dolorosi. Alcuni di questi li voglio leggere perché solo in questo modo possiamo andare a ripercorrere a ritroso il tempo e ricordare cosa è stato fatto. Parole dure, lancinanti che feriscono nel cuore, che turbano l’anima, che seminano sconforto, tristezza e dolore nel più profondo di noi e soprattutto di quanti, oggi in mezzo a noi, hanno subito la perdita di un proprio caro, mai ritrovato o mai riconosciuto.
A loro, soprattutto, deve andare, ora, il nostro pensiero .
LETTURA
Una testimonianza particolare arriva dal nostro vicino Comune di Ponte nelle Alpi attraverso le parole dell’allora vicesindaco, poi diventato sindaco Giovanni Bortot, che racconta attraverso le pagine di Ferruccio Vendramini quest’opera straziante.
LETTURA.
Con questa testimonianza desidero chiudere il mio intervento ringraziandovi nuovamente per la vostra partecipazione, ma prima, cogliendo la presenza di molti amministratori pubblici, vorrei lanciare un’ idea, che una nostra concittadina e superstite, mi ha suggerito.
Già molti Comuni hanno dedicato Vie, Viali, Corsi, Opere Pubbliche, alla nostra tragedia. In molti luoghi nel Triveneto troviamo una Via che porta il nome Longarone, una Via Erto e Casso o una strada dedicata alle Vittime del Vajont.
Ecco che, ormai prossimi alla ricorrenza del cinquantesimo anniversario, potrebbe rappresentare una gran gesto di vicinanza che ogni Comune, a cominciare da quelli situati nelle province di Belluno e Pordenone, che ancora non lo ha fatto, dedichi un proprio sito, una strada, una scuola, un’aula, un edificio o quant’altro, a questa immane catastrofe. Il mio è un semplice invito, che potrebbe rendere tutti noi ancor più vicini
Vi ringrazio per l’attenzione e nel darvi appuntamento a martedì prossimo, passo alla consegna dei riconoscimenti, che vengono assegnati con la seguente motivazione:
Nel 49. anniversario delle tragedia del Vajont ringraziano il Comune di ….
Per la preziosa opera di solidarietà e collaborazione resa ai familiari delle Vittime della catastrofe del Vajont nelle procedure di riconoscimento e composizione delle salme
Agordo – Belluno – Cesiomaggiore – Feltre – Forno di Zoldo – Lentiai – Limana – Mel – Pederobba – Pieve di Cadore – Ponte nelle Alpi – Pordenone – Quero – Santa Giustina – San Donà di Piave – Sedico – Trichiana – Valdobbiadene.