Leggo con un certo disprezzo, ma anche lasciandomi sfuggire un piccolo sorriso sulle labbra, quanto sta succedendo nella Regione Lazio, e forse in molte altre regioni ed enti, circa le spese imbarazzanti di taluni consiglieri: disprezzo per le azioni poste in essere, sorriso perché puntualmente quando queste cose accadono pare sempre che nessuno ne sapesse nulla e si moltiplicano le pompose dichiarazioni dei moralizzatori del giorno dopo.
Non dappertutto per fortuna è così: personalmente posso vantare, in tre anni da assessore a tempo pieno della Provincia, di aver speso per motivi di rappresentanza l’imponente cifra totale di 300 euro e pertanto posso anche permettermi di giudicare lo schifo che sta emergendo in queste ore.
Temo peraltro che il caso Lazio sia solo la punta dell’iceberg di una certa malversazione politica, per cui è normale che oggi la gente in genere giudichi il politico come persona che ha come unico obiettivo l’arricchimento personale. Probabilmente da noi certi comportamenti sono più sporadici, l’utilizzo di soldi pubblici in maniera così sconsiderata non è prassi consolidata; ma nemmeno qui in montagna tutti son santi. Ad esempio, anche se non vi sono illegittimità, trovo ugualmente riprovevole vedere sempre le stesse persone che vanno a ricoprire uno cinque dieci incarichi e magari poi hanno anche un loro lavoro privato. Come è possibile fare bene tante cose in una volta sola?! In un momento di pesanti sacrifici, dove il cittadino comune tra tagli alla spesa e nuove tasse fatica ad arrivare a fine mese, perché si permettono sperequazioni di tale genere?!
“Il Sole 24 Ore” ieri parlava di un costo medio presunto di 743.000 euro per ogni consigliere regionale… qualcuno, prima di tagliare province o comuni, ha fatto un calcolo che con quei soldi riusciremmo a fare funzionare Consiglio e Giunta della Provincia e di tutti i 69 comuni bellunesi?! Si è capito che gli sprechi sono nei grandi enti o nella miriade di società partecipate?!
Felicemente fuori dai giochi e tornata privata e libera cittadina, ripensando a una provincia che è caduta non per l’incapacità di un presidente ma perché questi aveva iniziato a denunciare sprechi e mala gestione anche nel bellunese, guardo con distacco agli eventi politici consapevole che siamo alla fine di un’epoca: se i grandi manovratori, anche locali, non se ne sono ancora accorti, lo capiranno presto… al più tardi la prossima primavera.
Lorenza De Kunovich