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Un milione e 300 mila persone campano di politica, dai nominati nei Cda ai consiglieri. Una proposta di legge per adeguare gli stipendi dei parlamentari alla media europea

Qualche mese fa ha fatto il giro dei blog e di Facebook con il nome  “Nun te regghe più”. E’ la proposta di iniziativa popolare: “Adeguamento alla media europea degli stipendi, emolumenti, indennità degli eletti negli organi di rappresentanza nazionale e locale” (Atto Camera n° 5105). A fare il punto sullo stato dei lavori, è Annalisa Dal Mas, referente del Gruppo “Nun te regghe più” per il Bellunese.

Annalisa Dal Mas

“Dopo la prima discussione alla I Commissione Affari Costituzionali della Camera del 6 settembre che si era conclusa con un rinvio ad altra seduta, l’11 settembre c’è stato il seguito dell’esame della nostra proposta di legge C. 5105. Dopo l’esame e la discussione è stato deciso l’abbinamento con la proposta di legge C. 5377 presentata dal’On. Daniela Sbrollini e altri, che in sostanza è la nostra stessa proposta, solo con l’aggiunta della categoria dei ministri, che non era compresa inizialmente per una distrazione, in totale buonafede. Riassumendo gli interventi (che è possibile consultare a questa pagina del sito della Camera dei Deputati, è emerso che si debba accelerare quanto possibile l’iter del provvedimento, così da dare ai cittadini la percezione di una reale attenzione da parte del Parlamento rispetto alle misure proposte, visto e considerato che la radice di questa legge, totalmente diversa dalle altre proposte in quanto si fonda proprio su una proposta di legge di iniziativa popolare che ha raccolto 120 mila firme in tutto il territorio italiano.

A prescindere dal numero dei cittadini che le ha sottoscritte, è il principio che è alla base dello Stato, ed è necessario che i rappresentanti del popolo in Parlamento se ne facciano carico e ne sentano una responsabilità particolare.

La discussione è proseguita richiedendo l’acquisizione di ulteriori elementi istruttori chiamando in causa anche l’Istat. La seduta quindi si è conclusa con un ulteriore rinvio, sottolineando la necessità di un coordinamento con l’esame delle proposte di legge di modifica agli articoli 23-bis e 23-ter del decreto-legge n. 201 del 2011, in materia di trattamenti economici erogati a carico delle finanze pubbliche (C. 4901 Dal Lago, C. 5035 Bressa e C. 5170 Vassallo), che insistono parzialmente sulla medesima materia, assegnate alle Commissioni riunite I e XI in sede referente.

Non è che siamo pienamente soddisfatti da tutto ciò che è stato detto sulla nostra proposta – afferma Annalisa Dal Mas – , ancora notiamo resistenze e malessere di fronte ad iniziative prese dal popolo come l’intervento dell’On Giorgio Clelio Straquadanio, che ricorda “che dal 2005 le retribuzioni dei parlamentari sono diminuite, per effetto di vari tagli, del 20 per cento circa in valore nominale, ossia senza tenere conto della perdita di potere di acquisto. In questa situazione, è assurdo che il Parlamento discuta di approvare la nostra legge, seppur con una formulazione più generica, solo per compiacere una parte dell’opinione pubblica.”

Comunque per noi l’importante è che l’iter sia iniziato e ciò è un indubitabile passo avanti in un paese dove una classe politica che fa muro per non tagliarsi i benefit e’ la peggiore forma di menefreghismo rivolta a chi ha perso il lavoro o lo sta per perdere.

Ricordiamo che sono oltre 1.300.000 le persone che campano di politica, dai nominati nei Cda ai consiglieri e lo Stato spende per queste persone oltre 18 miliardi di euro l’anno, alla faccia della “spending review” in cui il popolo, tra cui quello bellunese, sta rischiando di perdere parte della sovranità popolare vedendosi tagliare l’ente provincia, rischiando di farsi governare magari proprio da una “lobby” politica senza più possibilità di scegliersi i rappresentanti, ma questo è un altro discorso.

Con speranza guardiamo al futuro – conclude Annalisa Dal Mas -, nella consapevolezza che la democrazia è un dovere, non solo un diritto”.

 

 

 

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