Nessuno dei sette comuni capoluogo pratica la conservazione digitale dei documenti. Belluno, Venezia e Verona sono le uniche tre Province virtuose, sufficiente il lavoro in Regione. Lo afferma un’indagine condotta da Anorc – Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione Digitale – sulle carenze della Pubblica Amministrazione veneta in materia di trasparenza, conservazione digitale dei dati e rispetto della privacy.
Secondo la ricerca condotta da Anorc – Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione digitale dei documenti – La Pubblica Amministrazione veneta è non è ancora indirizzata sui binari digitali del web e dell’innovazione normativa rispetto ai principi ispiratori del Codice dell’Amministrazione Digitale e Comuni, Province e Regione non si basano sull’efficienza, la trasparenza e l’accessibilità totale alle informazioni, sanciti dalle leggi della riforma digitale della pubblica amministrazione. Anorc ha analizzato i siti internet di Comuni, Province e Regione per verificare la corretta applicazione delle norme sulla conservazione digitale e sul trattamento dei dati personali, il grado di accessibilità da parte degli utenti e il livello di trasparenza. E’ stata verifica inoltre l’avvenuta nomina nell’organico degli enti dei due responsabili (conservazione e trattamento dati) e l’effettiva comunicazione dei loro nominativi sui siti web, allo scopo di darne massima conoscenza ai cittadini. Dai dati raccolti emerge che la digitalizzazione della PA veneta, fondamentale per la gestione dei documenti amministrativi e personali, è ancora in alto mare.
Il Responsabile del Trattamento dei Dati personali e il Responsabile della Conservazione rappresentano ruoli emblematici all’interno della struttura organizzativa e gestionale della PA. Nonostante le indicazioni fornite dal Codice in materia di trattamento dei Dati personali (D.Lgs. 196/2003) e dal Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs. 82/2005 e successive modifiche D.Lgs. 235/2010), queste due figure non risultano nella realtà in linea con quanto richiesto dalle normative di riferimento. Chi si occupa di questi processi nelle amministrazioni spesso non ha un ruolo definito e la disponibilità di informazioni che li riguardano è molto bassa.
Nonostante, infatti, sia stato sancito con tanta precisione dal Codice e dalle Regole tecniche CNIPA/2004 attualmente vigenti – in attesa, inoltre, delle nuove regole tecniche di prossima pubblicazione – il nomimativo del Responsabile della conservazione è pubblicato in tre casi sui siti delle province (Belluno, Venezia, Verona) e in nessuno dei portali dei capoluoghi. Il nominativo è assente anche sul sito della Regione.
La situazione migliora per il Responsabile del Trattamento dei Dati Personaliche risulta pubblicato nel portale della regione, nelle province di Belluno, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza e nei comuni di Rovigo, Verona e Vicenza.
Le figure che dovrebbero garantire la conservazione dei nostri documenti e l’originalità e l’autenticità degli archivi non ricevono, quindi, la giusta attenzione. Questo nonostante una corretta politica di archiviazione digitale e trattamento dei dati personali potrebbe far risparmiare alle casse dello stato circa 70 miliardi di euro (fonte Osservatorio sulla Dematerializzazione Documentale del Politecnico di Milano) tra costi della carta, dei sistemi di stampa, di manutenzione e di personale.
Per i capoluoghi veneti si tratta di una sonora bocciatura in materia di digitalizzazione considerato che sette province su sette non praticano la conservazione digitale dei documenti (Belluno e Vivenza stanno per avviare il processo).
Il quadro è migliore per quanto riguarda i siti delle Province e della Regione: Belluno, Venezia e Verona effettuano infatti la conservazione digitale dei documenti.