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Un fine 2012 di forte recessione. Costruzioni: -4,8% rispetto al 2011. Ordini -4,9%, occupazione -2,4% nelle imprese artigiane. Belluno -5,1 fatturato, -1,9 ordini, +1,8 prezzi, ma tiene l’occupazione con + 0,8. Rovigo e Treviso province più colpite

Nel secondo trimestre 2012, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, il fatturato delle imprese di costruzioni ha registrato una flessione del -4,8%  (media regionale, provincia di Belluno -5,1)  rispetto allo stesso periodo del 2011, in significativo peggioramento rispetto al -3,3% del trimestre precedente. L’analisi congiunturale sul settore delle costruzioni, promossa e realizzata da CEAV (Cassa Edile Artigiana Veneta) e Unioncamere del Veneto, è stata effettuata su un campione di 600 imprese con almeno un dipendente. Il dettaglio dei dati per provincia al link:

http://www.venetocongiuntura.it/images/stories/costruzioni2012/Nota_informativa_Costruzioni2012q2.pdf

La prospettiva di rallentamento della crisi sembra definitivamente tramontata con un aggravamento della flessione produttiva. In particolar modo per quanto riguarda le imprese del settore non artigiano, che scontano una flessione del fatturato del -9,3% contro un -3,7% nelle imprese artigiane. Il settore delle costruzioni si avvia dunque ad affrontare una seconda parte del 2012 con un andamento recessivo particolarmente rilevante.

Dal punto di vista territoriale, il volume d’affari dimostra dinamiche negative in tutte le province con un calo meno marcato a Verona. Al di là delle diversità territoriali, vi è una significativa differenza tra le dinamiche delle imprese con meno di 9 addetti e quelle con 10 e più addetti. Queste ultime infatti evidenziano una dinamica in particolare flessione (-6,5%).

Ordini

Gli ordini hanno subito un rallentamento del -4,9%, con una differenza sostanziale tra imprese artigiane (-4,2%) e non artigiane (-7,5%). Se nel quarto trimestre 2011 la flessione degli ordini per le grandi imprese era stata di lieve intensità (-0,6%), la lunga onda della crisi ora non fa più alcuna differenza tra i soggetti operanti nel mercato. A livello territoriale tutte le province evidenziano difficoltà, con punte negative a Rovigo (-7,2%) e Treviso (-6,2%).

Prezzi

La tendenza di lenta e inesorabile crescita inflazionistica del settore è confermata dal +2,9% dei prezzi. L’aumento è sentito in modo uniforme dalle imprese, anche se quelle di grande dimensione presentano una dinamica più marcata (+3,5%). Il perdurare della crisi, associato alla riduzione di ordini e incremento dei prezzi, evidenzia una situazione critica e una reale difficoltà per le imprese nei confronti del mercato dei materiali.

Occupazione

Dinamica singolare per il dato occupazionale: ad una flessione del -2,4% per le imprese artigiane, si contrappone una lieve recupero per il comparto non artigiano (+0,6%). Un dato che, letto in prospettiva, rispecchia attese e previsioni dei trimestri precedenti più che l’attualità del trimestre in esame. A fronte di un andamento negativo per le imprese di piccola dimensione (-3,7%), e di debolissima crescita per quelle da 6 a 9 addetti (+0,6%), le imprese di maggiore dimensione hanno fatto registrare un decremento del -0,8%. In sostanza le imprese di media dimensione e quelle non artigiane in questa fase “tengono” da punto di vista occupazionale. Varia la dinamica territoriale: crescita significativa per Rovigo, consistenti cali a Verona, Vicenza e Venezia.

Previsioni

Definitivamente tramontati i segnali positivi emersi a fine 2010. L’inversione di rotta viene confermata da un significativo incremento della tendenza negativa sia per la dinamica del fatturato sia per prezzi, ordini e occupazione. I dati evidenziano un’aspettativa particolarmente negativa per le imprese artigiane e di piccola dimensione, mentre sembra essere più contenuta la negatività delle imprese di maggiore dimensione sia in termini di ordini che occupazione

Focus piano casa 2

Le imprese hanno indicato nel 15,3% dei casi di aver già realizzato o avere in corso di realizzazione interventi relativi alla normativa, un valore in linea con quello del trimestre precedente e superiore al dato del quarto trimestre 2011 (12,2%) e del terzo trimestre 2011 (10,4%). Stabili al 7,3% le imprese che hanno dichiarato di aver proposto alcuni preventivi, mentre le restanti si dividono tra chi non ha ancora avuto richieste e chi non è interessato. I dati sono invece molto diversificati tra imprese artigiane e non artigiane, con queste ultime che presentano percentuali inferiori di interesse per il “piano casa”: il 65,4% delle imprese non artigiane ha dichiarato di non essere interessato allo strumento, 10 punti percentuali superiore a quello nel primo trimestre 2012, mentre per quelle artigiane questo valore scende al 30,1%. Per quanto riguarda la dimensione, il 44,4% degli interventi riguarda importi fino a 20.000 euro, il 22,9% da 20 a 30mila euro, il 19,8% tra 30 e 50mila euro e un 12,9% superiori a 50mila euro. Nel 76,8% dei casi le imprese hanno realizzato fino a tre interventi (72% nel primo trimestre), mentre il rimanente 23,2% ha realizzato oltre quattro interventi.

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