Un ordine del giorno rivoluzionario da trasmettere alla Regione Veneto e al governo centrale, per rafforzare la provincia di Belluno, in analogia alle province autonome confinanti. E che spazzi via gli enti intermedi non elettivi, ma gestiti dalle segreterie di partito, quali sono ad esempio le Comunità montane, i Consorzi pubblici, i Bacini imbriferi montani e gli Ato. Lo voterà nei prossimi giorni il consiglio comunale di Forno di Zoldo.
“Sarà presentato nel prossimo consiglio comunale a difesa della permanenza della Provincia di Belluno – spiega il sindaco Camillo De Pellegrin – .
In tale ordine del giorno vengono specificati i motivi per i quai la Provincia dovrebbe rimanere in vita, l’utilità che essa può avere solo se resta ente di primo grado e, partendo dal presupposto che la Provincia viene eliminata per evitare sprechi alla spesa pubblica, si evidenziano altre situazioni dove si potrebbero avere risparmi ben più grossi di quelli che deriverebbero dalla sua cancellazione”.
ORDINE DEL GIORNO: PER IL MANTENIMENTO DELL’ENTE PROVINCIA DI BELLUNO E IL RICONOSCIMENTO E LA VALORIZZAZIONE DELLA SUA AUTONOMIA
Il Consiglio comunale di Forno di Zoldo
PREMESSO che le varie zone delle provincia di Belluno integrano un sistema territoriale specifico in quanto transfrontaliero, confinante con le Province di Trento e Bolzano e con la Regione Friuli Venezia Giulia (realtà dotate di particolari forme di autonomia), interamente montano, di vasta estensione geografica e di scarsa densità abitativa, popolato da minoranze linguistiche storiche germanofone oltre che ladine;
VISTO l’art. 17 del decreto legge 95 del 06/07/2012 sulla revisione della spesa pubblica (spendine review 2)
PRESO ATTO che con deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20/07/2012, sono stati definiti i criteri per il riordino delle Province; prevedendo la soppressione degli enti che non soddisfino congiuntamente i requisiti di popolazione superiore ai 350.000 abitanti e di estensione di 2500 kmq;
PRESO ATTO che con il medesimo provvedimento legislativo è previsto il depotenziamento dell’ente Provincia in termini di competenze e funzioni (in modo particolare amministrative) e la trasformazione della Provincia in ente di secondo grado con conseguente deresponsabilizzazione degli amministratori;
CONSIDERATO che la Provincia di Belluno non soddisfa il requisito del numero minimo di abitanti previsto dal decreto;
VISTI i referendum ex. Art. 132 della Costituzione per il passaggio al Trentino Alto Adige o al Friuli Venezia Giulia che si sono svolti in vari comuni della Provincia di Belluno;
RICONOSCIUTO che i motivi che hanno spinto i cittadini di tali Comuni a chiedere la separazione dal Veneto nascono dalla constatazione delle diverse e più ampie opportunità offerte ai cittadini dei Comuni di province montane limitrofe, ma anche e soprattutto a causa di una attesa delusa di autonomia nella gestione della propria Provincia;
PREMESSO che l’attuazione dei contenuti dell’articolo 119 della Costituzione Italiana, a molti anni dalla sua riformulazione, è obbligatoria ed ormai inderogabile;
CONSIDERATO che la disparità di trattamento e le sperequazioni in termini economici che vivono le Regioni sono ormai logore ed indifendibili perché frutto, negli anni, di politiche deboli e condizionate da veti, inefficienze e condizionamenti ormai intollerabili, soprattutto dai cittadini della nostra provincia, da sempre virtuosa;
EVIDENZIATO che periodicamente vengono pubblicati studi che evidenziano come la sperequazione che interessa la nostra provincia sia oltremodo irrispettosa dei valori che questo territorio, malgrado tutto, continua ad esprimere;
VISTO che il concreto rischio che nulla cambi nel sistema finora denunciato non fa che accrescere l’insofferenza dei cittadini e di chi li amministra, soprattutto nei territori, come il nostro, dove la virtù dei comportamenti, che genera risparmi e ricchezze, viene sistematicamente depredata dei suoi frutti, a beneficio di un sistema sempre più deficitario e incapace di riformarsi;
ACCLARATO che il grado di autonomia funzionale e gestionale è coerente con il riconoscimento di forme sempre più definite e decise di federalismo fiscale;
CONSIDERATO che il federalismo fiscale è una forma di compartecipazione di Regione e autonomie locali al gettito erariale, in attuazione del dettato costituzionale;
EVIDENZIATO che l’art. 44 della Costituzione prevede provvedimenti a favore della montagna;
EVIDENZIATO che con l’approvazione del nuovo statuto regionale, la Regione del Veneto ha riconosciuto la specificità della Provincia di Belluno attribuendole forme speciali di autonomia in molteplici materie;
VISTO che il mancato rispetto del requisito del numero minimo degli abitanti imporrebbe l’accorpamento della Provincia di Belluno ad altra Provincia;
VISTO il comma 2, dell’articolo 132 della Costituzione il quale precisa, che: quando si opera l’aggregazione o il distacco di enti locali (Provincia o Comune) da una Regione all’altra è necessario ottenere il consenso della maggioranza delle popolazioni interessate al mutamento;
CONSIDERATA l’esigenza di semplificazione dell’ordinamento amministrativo degli enti al fine di ridurre i costi per i cittadini;
CONSIDERATO che in questo momento esistono in Italia oltre 7000 enti strumentali (Consorzi, Aziende, Società) che occupano 24.000 persone nei consigli di amministrazione;
VISTO l’elevato numero di enti i cui rappresentanti non vengono eletti direttamente dai cittadini, che generano costi, burocrazia e complicazioni, oltre a scarsa responsabilizzazione degli amministratori che non devono rispondere ai cittadini, ma alla politica;
SOTTOLINEATO che in ambito montano, per i piccoli comuni è assolutamente impossibile svolgere funzioni quali
programmazione, organizzazione e gestione dei servizi scolastici relativi all’istruzione secondaria di secondo grado, compresa l’edilizia scolastica,
la costruzione, la classificazione, la gestione e la manutenzione delle strade provinciali,
la pianificazione dei trasporti e dei bacini di traffico e la programmazione dei servizi di trasporto pubblico locale
la tutela e la gestione del patrimonio faunistico e ittico;
l’organizzazione e la gestione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito sovracomunale;
l’assistenza tecnico-amministrativa ai comuni;
la pianificazione territoriale di area vasta;
la gestione integrata degli interventi di difesa del suolo;
l’attività di previsione, prevenzione e pianificazione dell’emergenza in materia di protezione civile;
la programmazione e l’organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello sovracomunale;
programmazione, organizzazione e gestione dei servizi per il lavoro, comprese le politiche per l’impiego,
ecc;
RITENUTO CHE: il problema non sia rivedere i confini delle Province montane o la riduzione del loro grado di autonomia, ma una semplificazione in grado di generare risparmi veri e benefici per i cittadini;
Tutto ciò premesso,
CHIEDE
alla Regione Veneto
la rapida attuazione dei dettami previsti nel nuovo statuto regionale del Veneto attraverso i provvedimenti legislativi attuativi relativamente al riconoscimento della specificità della Provincia di Belluno, garantendo la possibilità di autogoverno alla stessa;
che nel riparto ordinario dei finanziamenti correnti ed in conto capitale disposti con riferimento a funzioni esercitate a livello locale, la Regione garantisca il riconoscimento dei costi economici aggiuntivi correlati alle specificità del territorio della provincia di Belluno, in ragione della sua superficie territoriale, delle caratteristiche montane, della densità demografica, della struttura della popolazione residente e della dispersione abitativa
che contratti con lo Stato al fine di garantire al Veneto la più ampia autonomia attraverso la piena attuazione dall’articolo 119 della Costituzione in materia di federalismo fiscale;
che contratti con lo Stato al fine di attribuire al Veneto ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, ai sensi del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione;
che si attivi presso lo Stato per il mantenimento dell’ente Provincia di Belluno come organo elettivo e con maggior grado di autonomia rispetto al passato;
al Governo nazionale
che assuma quelle iniziative e decisioni che portino alla concreta attuazione delle previsioni costituzionali in tema di federalismo fiscale contenute negli articoli 5 e 119 della Costituzione Italiana, con riferimento ai diritti e doveri delle Regioni e degli Enti Locali;
un preciso impegno affinché possa essere dato riscontro alle istanze dei cittadini che attendono adeguate risposte politiche in termini di autogoverno, di buona amministrazione ed innovazione nel rapporto del dare ed avere tra cittadini e Stato, atteso che esso non può più considerarsi strumento di mera sottrazione, bensì di rispettosa cooperazione;
il rispetto dell’art. 132 della Costituzione;
l’attuazione dell’art. 114 della Costituzione, in particolare con il rafforzamento degli enti interamente montani come la Provincia di Belluno e i Comuni Bellunesi;
che venga eliminata la sperequazione oggi esistente fra Provincia di Belluno e le confinanti province di Trento e Bolzano, che genera incostituzionalità, non garantendo ai cittadini le stesse opportunità;
la soppressione, in attuazione dell’articolo 118 della costituzione, degli enti intermedi, agenzie ed organismi comunque denominati che non siano espressione diretta dei cittadini;
l’abolizione dei Consorzi di Bonifica con conseguente attribuzione delle funzioni e delle risorse alle Province;
la soppressione dei Bacini Imbriferi Montani con conseguente attribuzione delle funzioni e risorse alle Province;
la soppressione delle funzioni degli ATO acque e rifiuti con conseguente attribuzione delle funzioni alle Province;
sia mantenuta la forma di elezione diretta del Presidente della Provincia e dei consiglieri provinciali al fine di garantire la massima trasparenza e responsabilizzazione degli amministratori;
siano potenziate le funzioni delle Province interamente montane come quella di Belluno, con il conseguente riconoscimento di risorse aggiuntive a fini perequativi nei confronti della pianura sotto forma di compartecipazione compensativa
siano definite in modo chiaro le funzioni minime dei quattro livelli di governo (comuni, province, regioni, stato) così come per altro già previsto dal precedente governo.