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Cronache dalla Valle. Appuntamento con l’autore giovedì sera all’Insolita storia di Belluno

Giovedì 28 luglio alle ore 20.30 presso il bar L’insolita storia, via Zuppani, 10 Belluno, Antonio G. Bortoluzzi presenta il suo libro: “Cronache dalla Valle”. Sedici storie che raccontano un’isolata valle montana negli anni ’40 e ’50 con la sua gente, le bestie, la terra, il lavoro e tutta la vita bastarda e bella. Racconti brevi come carezze, brucianti come schiaffi, forti come risate. Alla presentazione interverrà l’attore Lino Vigna della compagnia teatrale SeQueris dell’Alpago.

 NOTA BIOGRAFICA

ANTONIO GIACOMO BORTOLUZZI è nato in provincia di Belluno nel 1965. Dal 2002 a oggi è stato finalista e segnalato con racconti e romanzi in vari premi letterari tra cui il Premio Italo Calvino nelle edizioni 2008 e 2010. Alcuni suoi racconti sono ospitati su riviste, antologie di premi letterari e siti internet. Cronache dalla valle è il suo primo libro.

MARGHERITA OGGERO SU “CRONACHE DALLA VALLE” PER L’INDICE

“Antonio G. Bortoluzzi, che non può aver vissuto quei tempi per ragioni anagrafiche, ma di cui deve aver avuto conoscenza attraverso la narrazione orale, sa però raccontarli senza intenerimenti né compiacimenti, con uno sguardo lucido e fermo (in cui la pietà si insinua esclusivamente nel non detto), attraverso una prosa priva di bellurie, dove ogni parola non è sostituibile né eliminabile e ogni excipit stupisce per il taglio perfetto.”

“Le sue storie ci ricordano un passato recente che modernità e consumismo hanno frettolosamente seppellito nel pozzo buio della dimenticanza, inseguendo le magnifiche sorti e progressive di impresa, inglese e internet. Ma insegnano anche, ai nostalgici del buon tempo andato, che nell’arcadia non c’erano pastorelle vezzose e agnellini profumati, ma letame tafani pidocchi sporcizia freddo e fame: la memoria non taroccata come buona maestra.”

Margherita Oggero, L’Indice dei Libri del mese.

ALETTA DI COPERTINA

In Cronache dalla valle c’è la storia di Ciano che è solo un ragazzo ma quando cavalca Spagna, la sua cavalla, si sente un uomo e di suo nonno che ha deciso di farla ammazzare perché è troppo vecchia. E quella del partigiano Cencio, detto Fulmine, cui tocca giustiziare una spia e nessuno sa che il prigioniero è suo paesano. E della signora Amelia, che ha preparato tutto fin nei minimi particolari prima di salire sulla sedia e recitare il Padre Nostro. C’è la storia di Iaco Dei Siori che corre tra le viti slacciandosi le braghe, e di Maria, sua figlia che è andata a servire a Venezia e ogni mattina quando si sveglia sente la puzza del mare che è mille volte più forte dell’odore delle vacche e delle pecore e anche dei maiali. E quella di Lisa che osserva il vecchio Silvio steso dentro la bara, sbarbato e in ordine come non lo è mai stato, e tutti dicono che era un brav’uomo e solo lei sa cosa le ha fatto quando era solo una bambina e badava alle galline.

Questi sono solo alcuni dei personaggi delle sedici storie che raccontano un’isolata valle montana negli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento con la sua gente, le bestie, la terra, il lavoro e tutta la vita bastarda e bella.

Sedici racconti: brevi come carezze, brucianti come schiaffi, forti come risate.

QUARTA DI COPERTINA

“Mi ricordo in primavera, quando tutto intorno era verde e lucido e io accompagnavo Marietta a portare le vacche in montagna, tra il venti e il ventitré di maggio, chissà perché sempre in quei giorni. Partivamo all’alba e su per la strada, e fuori dalla valle e ancora su, finché entravamo nella foresta del Cansiglio…
Quando si arrivava sull’altopiano eravamo stanchi e affamati e guardavamo tutto quel piano, come un tagliere della polenta, un enorme tagliere un po’ concavo con intorno gli abeti, e più in alto, fino a dove arrivava lo sguardo, i faggi.”

Racconti di montagna. Vite di uomini e animali. Storie che rimangono incollate come perle di resina alla nostra memoria.

“Antonio G. Bortoluzzi racconta il passato e le passioni fondamentali degli uomini.”
Comitato di lettura Premio Italo Calvino

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