Le concessioni per la gestione degli impianti di risalita e le piste da sci scadranno tutte il 30 giugno del 2012. Dopodiché si andrà a “procedura comparativa” ossia ad una gara nella quale vincerà l’offerta ritenuta migliore dalla Provincia per lo sviluppo del territorio. Lo hanno spiegato ieri pomeriggio nella sede di Confindustria Belluno Dolomiti, dinanzi ai gestori del settore funiviario della Provincia, l’ingegner Bruno Carli e la dottoressa Elena Romano della Direzione mobilità e trasporti della Regione Veneto. «Abbiamo fissato delle linee guida sulle quali dovranno confrontarsi le province e gli impiantisti per poter avviare le procedure comparative, ossia le regole per ottenere la concessione – ha detto l’ingegner Carli – Il testo verrà sottoposto prima all’Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari), dopodiché dovrà essere approvato dalla giunta regionale». Una rivoluzione, insomma, nella direzione della libera concorrenza voluta dall’Unioner europea. Benché il funzionario regionale abbia dato ampie garanzie che la norma avrà senz’altro a cuore la difesa dei titolari delle concessioni, per difenderli dall’assalto di ipotetici sceicchi, in grado di acquistare tutto. «Il soggetto entrante, che si aggiudicherà la concessione» ha precisato la dottoressa Romano «dovrà riconoscere al vecchio gestore l’indennizzo degli impianti secondo il valore stabilito da una perizia. La provincia dovrà pubblicare un bando e assegnare la concessione sulla base dell’interesse pubblico, e quindi a favore di chi porterà maggior beneficio al territorio in termini di progetti ed investimenti. Così come avviene per il demanio marittimo, per la concessione di darsene, porti e spiagge». Per quanto riguarda la scadenza tecnica degli impianti ci troviamo in un pasticcio di norme all’italiana. In assenza d’interventi del legislatore la proroga scade al 31 dicembre 2011. Infatti, come ha spiegato il dottor Renzo Minella, presidente di Anef Veneto e dopo di lui il presidente nazionale Anef dottor Sandro Lazzeri, un errore nel testo inserito nel decreto milleproroghe ha stravolto la norma. «Si voleva allungare da 2 a 4 anni la proroga per i collaudi degli impianti» ha detto Lazzeri «ma per un errore, il testo uscito dal ministero ha stravolto la norma. Tuttavia – ha assicurato Lazzeri – a seguito di un colloquio con il ministro Castelli, ho ricevuto ampie garanzie che entro autunno verrà emanato un Dpcm (decreto presidente consiglio dei ministri) con il quale verrà almeno ripristinata la vecchia proroga dei 2 anni».
Sulle nuove figure degli addetti al soccorso sulle piste da sci ha parlato l’assessore regionale alle politiche dell’istruzione, della formazione e del lavoro Elena Donazzan.Che, rispondendo a una domanda di un addetto al soccorso ha precisato che il corso effettuato è riconosciuto dalla Regione. Seguirà un ulteriore percorso formativo, con una qualifica professionale che successivamente sarà riconosciuto da tutte le Regioni. Prima però, la procedura deve essere portata alla Conferenza Stato-Regioni per il riconoscimento a livello nazionale. Il recente corso per addetti al soccorso, istituito con legge regionale, ha ottenuto l’apprezzamento dell’assessore. «E’ stato un progetto che ha messo tutti insieme – ha detto Elena Donazzan – c’è stata una progettualità di sintesi. Ed è stato accolto dalla Regione perché presenta un interesse diffuso. Nel futuro della provincia di Belluno – ha proseguito – c’è il turismo e dunque occorre investire su una qualità professionale che in questo caso è stata identificata negli addetti al soccorso». Parlando del comparto turistico in generale, l’assessore Donazzan ha auspicato che dal territorio arrivino in Regione delle precise richieste. «Sapendo che la vocazione di questo territorio si chiama Dolomiti» ha detto «saranno privilegiate offerte di qualità di un mondo che si mette insieme». Riguardo alla presenza nel web delle strutture, secondo le informazioni fornite da un albergatore bellunese all’assessore, pare che siano in pochi esercenti a utilizzare internet «Io mi aspetto che ciò che esiste già» ha concluso Donazzan «possa essere veicolato subito in rete».
Il presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Gian Domenico Cappellaro nel suo intervento dinanzi ai gestori degli impianti e gli addetti al soccorso, ha presentato cinque richieste degli industriali bellunesi alla Regione Veneto:
1) intervenire per pianificare le infrastrutture necessarie, perché il prolungamento dell’autostrada A27 dev’essere solo l’inizio. Ma sotto questa voce si possono inserire interventi di miglioramento dei collegamenti ferroviari o l’estensione della banda larga, dato che oggi la maggior parte delle prenotazioni alberghiere avviene via web.
2) Concentrare le risorse dedicate alla promozione turistica unificando enti e strutture per massimizzare gli interventi.
3) In tema di urbanistica è necessario adeguare le linee guida del settore alberghiero per consentire alle strutture di essere competitive. Ai centri benessere del Trentino – Alto Adige, ad esempio, è consentito sfruttare i locali seminterrati.
4) Sostegno alle iniziative di formazione come la Scuola del Nevegal e tutte quelle attività che portino allo sviluppo del concetto di turismo come accoglienza e forma imprenditoriale di sviluppo del territorio.
5) Gli impianti di risalita dovrebbero essere inseriti nella legge regionale sul turismo come soggetti aventi un ruolo fondamentale nell’economia del settore.