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lunedì, Ottobre 2, 2023
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Croce di Dozulè sulla montagna bellunese: nasce il Comitato libero Serva

Scende in campo il “Comitato libero Serva”. L’iniziativa è nata questa mattina, domenica 11 aprile, a Cirvoi, nel corso di un incontro promosso dai radicali bellunesi, per denunciare l’inquietante accerchiamento di croci di Dozulè di cui è bersaglio la montagna bellunese (vedi sotto l’articolo su quella di Seren del Grappa). La croce sul Serva è già stata piantata (venerdì di Pasqua), portata fin lassù da un elicottero del Corpo forestale dello Stato. I tentativi di sapere chi abbia concesso le autorizzazioni e pagato le costose spese di tale trasporto su un terreno privato finora non ha avuto esito. Ma la battaglia pare appena iniziata. Il Comitato di laici si batte per l’abolizione di tale pratica messa in atto da un sedicente gruppo cattolico che si ripara dietro l’anonimato, e che fa supporre una regia che va anche oltre i confini della provincia bellunese. Lo dimostrerebbe il fatto che anche in altre regioni italiane, oltre che europee, questa sfuggente setta pianta croci di Dozulè (che rispondono a precisi ed esoterici parametri di forma, costruzione e posizionamento) forse con lo scopo di creare una “corrente energetica continua” tra le croci, tutte illuminate e in vista una dell’altra. La Chiesa bellunese per ora tace, tranne alcuni parroci che si sono espressi a livello personale sottolineando l’inopportunità di un gesto che non avrebbe niente a che vedere con il messaggio evangelico, anzi. La Chiesa infatti ha, almeno in teoria, sempre condannato tali tipi di manifestazioni che hanno il carattere di una provocazione e di un pericoloso fanatismo che non può che nuocerle. C’è chi fa presente anche il business che si cela sotto tale iniziativa, nel senso che chi fabbrica queste croci le vende guadagnando parecchio denaro, strumentalizzando così per il proprio interesse la fede e la buonafede di molti cristiani. Numerose sono le iniziative che il “Comitato libero Serva” ha già intrapreso (già conclusa una prima raccolta di 300 firme contrarie all’intrusione indebita di un simbolo di pace usato come una clava e al cemento sul monte Serva dove poggia la croce) e un’interrogazione da portare in consiglio comunale. Il sindaco Prade si è infati espresso in una lettera ai giornali con toni da crociata a favore dell’ambiguo manufatto, e sembra che tra i consiglieri comunali (tra i quali il sindaco è noto come “don Antonio”) molti non la pensino come lui. Si parla anche di un processione laica che raggiunga il luogo della croce per abbatterla con una motosega, se non altro simbolicamente. Alcuni giorni fa, infine, il trattamento riservato sul luogo della croce a un cittadino che aveva chiesto spiegazioni a un gruppetto che stava lavorando al suo innalzamento è stato del tipo:  via di qua che ti denuncio. Una frase che pare non compaia nel Vangelo. Chissà, forse in queli apocrifi.

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