In merito ai fondi destinati dalla provincia era prevedibile che molte richieste venissero da immigrati, in quanto solitamente sono le fasce più povere quelle colpite per prime dalla crisi. Sulla base dei dati forniti dal Gazzettino del 17/10 sembra che le richieste degli immigrati siano 12 su 17 e a beneficiare dei fondi ci siano già alcuni stranieri, tra i quali anche un giovane di 21 anni. E’ motivo di conforto constatare che le risorse sono destinate a coloro che ne hanno necessità, stranieri e non, in base a regole definite, condivise e solidali. Non possiamo accettare però discriminazioni sulla base di appartenenza a culture, razze e nazionalità.Forse questo è il momento di svelare da parte della giunta provinciale il vero senso del “preferibilmente italiani”? Alla luce dei fatti e dei fondi già stanziati a stranieri, quel “preferibilmente italiani” non ha nessun significato. In questo caso allora “preferibilmente italiani” ha fondamentalmente un significato demagogico e serve solo per dimostrare, a parole, ai propri elettori, la coerenza a quei principi che determinano consenso elettorale, mentre nella realtà restano del tutto impraticabili. L’unica cosa ragionevole è quella di toglierle dal regolamento. Storpiare il significato delle parole, affermare e poi contraddire, creare confusione nei cittadini, fare gesti vistosi, che servono a poco o nulla, se non a mantenere consenso elettorale, è un modo di fare politica che dovrebbe essere sempre evitato, in quanto favorisce l’istinto, gli impulsi emotivi e la delega a scapito della responsabilità, della razionalità e della fatica di pensare dei cittadini. Anche a livello nazionale le cose non sono molto diverse. Alla biblioteca di Ponteranica, la targa dedicata a Peppino Impastato, assassinato dalla mafia, è stata fatta rimuovere dal sindaco leghista per intitolare la struttura a un sacerdote bergamasco (Corriere della sera). Il pacchetto sicurezza, mentre si scaglia contro i clandestini, perseguibili di reato, ed i loro piccoli che diventeranno “invisibili”, privi dei fondamentali diritti, come quello di curarsi, di crescere nella propria famiglia, perché rischiano di essere portati via e dati in adozione, non penalizza in nessun modo coloro che impiegano lavoratori irregolari, sottopagati ed in nero, traendo un ingiusto profitto. La stessa logica caratterizza i respingimenti in massa e la tassa sulle badanti. Una forte chiusura all’accoglienza è già diffusa anche nella società civile: all’Atm di Milano, un giovane marocchino, residente in Italia dal 2004, è stato escluso dall’assunzione perché extracomunitario e poi riammesso dal tribunale del lavoro (Famiglia Cristiana) e a Treviso, un ragazzo napoletano è stato costretto a cambiare scuola perché emarginato e offeso dai compagni (La Repubblica).
Circolo Cavarzano-Oltrardo del Partito democratico