
“Chiamiamoli gabbie salariali o contratti regionalizzati, ma da un aspetto non si può prescindere: al Nord uno stipendio da 1000 euro è una miseria, al Sud ci si vive dignitosamente. Per questo chiediamo che da subito si lavori a una riforma degli stipendi e che questi siano legati al reale costo della vita nelle regioni, così come avviene in Germania e Francia”. La richiesta arriva dal vicegovernatore Franco Manzato, che entra nella discussione sulle gabbie salariali in seguito alla pubblicazione da parte di Bankitalia dei dati sul costo della vita nelle varie zone d’Italia. “Qui non si tratta – afferma il vicepresidente della Giunta veneta – di calare gli stipendi al Sud, ma di aumentarli al Nord. Il punto di partenza della questione dev’essere se uno con un migliaio di euro vive o no nel suo territorio. Per questo dobbiamo garantire a tutti un minimo stipendiario che poi andrebbe integrato su base regionale da un’aggiunta calibrata sul costo della vita. Come Gruppo Lega a palazzo Ferro Fini, abbiamo fatto svolgere uno studio che ha rivelato come al Nord il costo della vita sia superiore del 30% rispetto al Meridione. Ovvero: per la stessa mansione, un operaio specializzato in Veneto percepisce 1400 euro, così come in Campania dove però la vita costa decisamente meno. Sbaglia Franceschini quando a Marghera dice che le retribuzioni al Sud calerebbero con le gabbie salariali, mentre al Nord resterebbero stabili. Basterebbe garantire a tutti una base e poi lasciare la contrattazione alle Regioni in base a dati reali e certificati. Ciò che fa gridare allo scandalo i più, in questi giorni, è facilmente constatabile, basta andare in un ristorante in Veneto e in uno pugliese, o anche in un supermercato, o provare ad affittare una casa. Ci si renderebbe conto di come esistano due Italie con costi della vita sproporzionati”.
“Il Veneto – conclude Manzato – è ricco in relativo, non in assoluto; il Pil è alto ma la gente comune vive con 1000 euro al mese e non ce la fa. Questa non è ideologia o politica, ma la realtà effettuale. A breve si andranno a ridefinire molti contratti, e se non si vogliono ammazzare i lavoratori e le piccole-medie imprese del Nord si dovrà tenere conto di differenze territoriali ormai evidenti a tutti. E’ la miglior Cassa del Mezzogiorno che si possa pensare e realizzare senza cadere in politiche nazionali dannose”.