Publichiamo la lettera del presidente della Provincia Sergio Reolon inviata al presidente del Consiglio provinciale di Bolzano e ai consiglieri in relazione alla richiesta di clemenza per i terroristi sudtirolesi responsabili degli attentati negli anni ’60.
“Ho appreso oggi dai quotidiani nazionali e locali che il Consiglio provinciale di Bolzano ha recentemente approvato una mozione presentata dal raggruppamento di estrema destra Südtiroler Freiheit, il partito di Eva Klotz, con la quale si auspica un provvedimento di clemenza per i terroristi sudtirolesi da decenni fuggiti all’estero per evitare di scontare le condanne ricevute in Italia. Leggere poi che essi vengono definiti nel documento approvato “combattenti della libertà”, aggiunge sconcerto all’indignazione e amarezza immediatamente provati nell’apprendere tale notizia. Si tratta in realtà di terroristi sudtirolesi condannati a lunghe pene detentive per essere stati artefici di vari attentati dinamitardi in Alto Adige: i gravi episodi risalgono agli anni sessanta e ci fanno tornare in mente non dimenticate storie di tritolo, di valli alpine e di sangue, tra cui una che ha interessato, purtroppo, anche il territorio della Provincia di Belluno con la strage di Cima di Vallona, di cui abbiamo commemorato il quarantesimo anniversario lo scorso 25 giugno 2007. Ebbi già occasione di esprimere nell’agosto 2007 al Presidente della Repubblica, a seguito della concessione della grazia a cinque terroristi sudtirolesi condannati per episodi simili, forte preoccupazione per tale decisione. Gia all’epoca quel provvedimento di clemenza venne – nel vissuto popolare locale – offuscato e distorto dalla lacerante questione delle disparità non più sostenibili per la nostra provincia rispetto ai territori confinanti. Richiamo pertanto alla sua attenzione la spudorata gravità dei contenuti della mozione che, recentemente approvata dal Consiglio provinciale, riapre in tutti i bellunesi ferite profonde e acuisce i costi che la nostra provincia continua a pagare anche a causa delle sperequazioni con i territori autonomi”.