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Arresti in Veneto. L’onorevole D’Incà deposita l’interrogazione al Ministero delle finanze

Federico D’Incà, deputato Movimento 5 Stelle

Belluno, 14 luglio 2017 – “Ho depositato un’interrogazione in Parlamento in merito all’ondata di arresti avvenuti lo scorso 15 giugno 2017 in Veneto nei confronti di ufficiali della Guardia di finanza, di dirigenti e funzionari dell’Agenzia delle entrate per presunte corruzioni e aggiustamenti di cartelle tributarie nell’ambito di una inchiesta della procura di Venezia che ha coinvolto anche un giudice tributario e vari contribuenti, tra cui alcuni imprenditori” dichiara il deputato bellunese M5S Federico D’Incà.

“La corruzione -come è emerso nella conferenza stampa tenuta dagli inquirenti dopo l’operazione- avveniva sotto forma di pagamento di somme di denaro, regali o assunzioni di amici e parenti per attenuare le verifiche fiscali della Guardia di finanza, dunque per limitare al minimo quanto i contribuenti dovevano versare al fisco una volta contestata l’evasione” continua il parlamentare.

“Non dimentichiamo che questa indagine della procura di Venezia sarebbe stata originata da una costola delle intercettazioni sull’inchiesta «Mose»; sempre a proposito della vicenda Mose, l’Ansa Venezia, del 20 luglio 2014 così riportava: «Una perquisizione della Gdf bloccata per 15 ore, per intervento dei servizi segreti, in quel famoso 4 giugno scorso del blitz dell’inchiesta Mose. È uno dei retroscena dell’indagine che sono emersi. La perquisizione era quella nei confronti del colonnello Paolo Splendore -già collaboratore di Bruno Contrada- capo dei “servizi” nel Triveneto” incalza il deputato pentastellato.

“Chiedo dunque al Ministro come intenda salvaguardare l’immagine pubblica della Guardia di finanza nel territorio del Veneto, purtroppo messa in discussione dalle recenti inchieste giudiziarie e se i dipendenti dell’Agenzia delle entrate, coinvolti nell’inchiesta sulla corruzione veneta e anche sottoposti a misure cautelari, siano stati licenziati” conclude D’Incà.

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