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martedì, Maggio 14, 2024
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La mostra del Brustolon chiude con 26.461 visitatori

La prima monografica dedicata ad Andrea Brustolon ha chiuso i battenti con 26.461 visitatori registrando i pareri positivi del pubblico e una buona risonanza mediatica che ha contribuito a far radicare nell’immaginario l’epiteto coniato per lo scultore da Balzac: oggi Andrea Brustolon è infatti conosciuto dai più come il Michelangelo del legno. Grande soddisfazione quindi dei promotori della mostra – curata da Anna Maria Spiazzi in collaborazione con Giovanna Galasso e organizzata da Villaggio Globale International – ai quali va il merito di aver fatto riscoprire un artista che con la sua opera rappresenta la creatività e la vocazione di un territorio, luogo natio di altri grandi artisti come Tiziano, Caffi, Marco e Sebastiano Ricci. Vinta quindi la scommessa dell’Amministrazione comunale che già nella prima presentazione milanese della mostra aveva dichiarato, attraverso le parole del Sindaco Prade, come l’iniziativa volesse essere “una sorta di resistenza culturale alla banalizzazione del
globale”. E lo spirito del progetto è stato compreso fin da subito da tutte le forze economiche di Belluno che hanno saputo fare squadra non solo promuovendo l’evento attraverso i propri canali, ma lavorando insieme per migliorare l’accoglienza in città. I visitatori hanno infatti apprezzato i tanti prodotti tipici “targati Brustolon” – che l’estro dei bellunesi ha saputo reinventare facendosi ispirare dalla tematica della mostra – e le agevolazioni offerte dalla Brustolon card. Successo di vendite – tanto da esaurire le scorte del bookshop – anche per il catalogo dell’esposizione (curato da Anna Maria Spiazzi, Massimo de Grassi e Giovanna Galasso, ed. Skira): prezioso strumento che, insieme alla guida agli itinerari (curata da Anna Maria Spiazzi e Marta Mazza, ed. Skira) permette di approfondire le tematiche affrontate nel percorso
espositivo attraverso importanti contributi scientifici, ricerche d’archivio dagli esiti inediti e aggiornamenti storico-critici fondati sui dati emersi da recenti restauri. Numerose le critiche positive espresse dalla stampa nazionale che ha dato ampio risalto alla notizia – tra
le presentazioni nazionali e le presenze in mostra si sono accreditati più di 250 giornalisti – e da quella estera. Rinomate testate straniere hanno infatti dedicato servizi all’esposizione: dalla rivista inglese Apollo Magazine che oltre a definire il Brustolon “il re della scultura” ricorda come “Belluno abbia fatto la scelta giusta organizzando una mostra monografica dedicata ad uno dei più importanti scultori del legno
nel tardo barocco italiano” fino all’Object d’art, uno dei periodici d’arte più letti di Francia che, in un servizio di dieci pagine, rimarca come “per la prima volta un’esposizione […] permetta di scoprire il più grande scultore veneto di epoca barocca, che ha profondamente rinnovato i modelli iconografici e stilistici della scultura su legno”. Diverse anche le personalità giunte in mostra: se l’inaugurazione ha visto la presenza del noto critico Philippe Daverio e della troupe della sua Passepartout, anche Vittorio Sgarbi è riuscito, con un rush finale, a non perdersi l’esposizione giusto in tempo prima che le splendide sculture di Andrea Brustolon lasciassero Palazzo Crepadona. E se ormai il disallestimento è giunto al termine e l’imponente Tizio insieme agli Angeli dei Frari e a quelli della Chiesa di San Stefano lasciano il “cielo”formato da 400 fili blu ideato dal celebre architetto Mario Botta, rimane l’opportunità per turisti e bellunesi di percorrere l’itinerario in provincia alla scoperta di
emozionanti tesori. Molti sono stati infatti i visitatori che hanno scelto di proseguire la visita nel territorio seguendo così l’invito ribadito anche da Antonio Pinelli sulle pagine di Repubblica: “mai come in questo caso è opportuno suggerire a chi intenda andare a vedere la mostra di
non limitarsi alla sede centrale in Palazzo Crepadona, dove peraltro lo attende un nutrito ed eccitante percorso espositivo […] è possibile infatti ammirare altri nuclei di Brustolon nel Museo Civico e nella Pieve di San Pietro di Belluno, nel Museo Diocesano di Feltre e soprattutto nelle valli di quel sorprendente Museo diffuso che è il Bellunese”.

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