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Padova. Avanguardia artistica: la rivoluzione cubista arriva a Palazzo Zabarella

Modigliani Picasso e le Voci della modernità dal Museo LaM

dal 16 ottobre 2025 al 25 gennaio 2026

Palazzo Zabarella via degli Zabarella 14, Padova. Palazzo Zabarella si trova nel centro di Padova in una zona pedonale ed è raggiungibile a piedi dalla Stazione Ferroviaria e da Prato della Valle in 15 minuti.

Orari di apertura

Dalla domenica al giovedì 10:00 – 19:00

Venerdì e sabato 10:00 – 20:00

Ultimo ingresso 45 minuti prima

Chiuso solo il 25 dicembre, aperto durante le festività

https://www.zabarella.it/biglietti-e-tariffe

Il termine “cubista” nacque quasi per caso, nella mente di un critico rimasto colpito dalle opere di Georges Braque e Pablo Picasso. A partire dal 1908, i due artisti iniziarono a trasformare nature morte, paesaggi e ritratti in forme geometriche, scegliendo colori che richiamavano la tavolozza di Paul Cézanne.
Il nuovo linguaggio pittorico segnò una svolta epocale, capace di scuotere profondamente i codici tradizionali della rappresentazione. All’inizio venne percepito come un vero e proprio attacco alla pittura tradizionale, ma presto trovò un appassionato ammiratore in Roger Dutilleul, tra i primi e più convinti sostenitori e collezionisti del Cubismo. Con il tempo, questo stile si evolse, spingendosi verso una scomposizione del reale da più punti di vista, rendendo i soggetti sempre meno riconoscibili e invitando l’osservatore a un nuovo modo di guardare. Nacque così l’idea di una “pittura mentale”, capace di rivelare non ciò che vediamo di un oggetto, ma ciò che davvero conosciamo.

Braque e Picasso abbandonarono il tradizionale punto di fuga rinascimentale, scegliendo di moltiplicare gli sguardi su uno stesso piano. Il risultato fu la creazione di immagini sorprendenti, impossibili da cogliere nella vita quotidiana e oggi ammirabili all’interno della mostra.

Numerosi artisti si lasciarono affascinare da queste innovative tecniche di rappresentazione, dando vita a una cerchia di autori promossa dal gallerista Daniel-Henri Kahnweiler. Ognuno sviluppò una personale interpretazione del linguaggio cubista: Fernand Léger, ad esempio, modificò le forme in volumi tubolari e creò un linguaggio pittorico fondato sui contrasti tra forme e colori. Anche la scultura fu travolta da questa rivoluzione, come mostrano le opere di Henri Laurens, caratterizzate dal gioco poetico tra pieni e vuoti.

Tutto questo – e molto altro – vi aspetta nella mostra in corso a Palazzo Zabarella: un viaggio affascinante alla scoperta delle opere che hanno segnato l’età moderna e contemporanea.

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