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martedì, Ottobre 8, 2024
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Settemila firme per dire no alla diga del Vanoi. Il Comitato è ormai la voce del popolo

“Lunedì sera come rappresentante del Comitato per la difesa del torrente Vanoi ho partecipato ad una serata di sensibilizzazione sulla diga del Vanoi a Seren del Grappa. È stato un incontro molto partecipato, dove il nostro amico geologo Alfonso Tollardo ha illustrato alla cittadinanza le sue grandi conoscenze sulla Val Cortella e quelle che sono le tante criticità e omissioni dello studio di fattibilità promosso dal Consorzio Brenta”.

Michele Facen (Videomedia)

Lo riferisce Michele Facen, rappresentante del Comitato per la difesa del Torrente Vanoi

“La serata – prosegue Michele Facen – è iniziata con un bellissimo intervento della consigliera di minoranza che ha ringraziato i consiglieri di maggioranza per essere presenti e sensibili a un problema che riguarda il territorio e travalica le barriere ideologiche, un punto di partenza che ci ha messo a nostro agio nel parlare in modo accorato del lavoro che abbiamo svolto come Comitato, sia nello studio del progetto, sia in quello del problema complesso dell’acqua.

Alfonso ha illustrato alcune alternative esistenti alla diga e già promosse da Veneto Agricoltura come le Afi, sperimentate con successo dallo stesso Consorzio e dopo abbandonate invece di essere estese (un ettaro di AFI funzionante in un anno ricarica la falda di un milione di metri cubi d’acqua con il costo di 25000 euro: significa che 100 ettari ricaricherebbero un milione di metri cubi in un anno con il costo di 2,5 milioni di euro a fronte dei 150 milioni di una diga in casa altrui!).

Abbiamo parlato dei metodi ancora molto diffusi di irrigazione in pianura oramai obsoleti, dell’uso anche improprio dei pozzi, di cui si parla nello stesso Documento di fattibilità del Consorzio. Abbiamo parlato dello spreco di quasi il 50 per cento dell’acqua ad uso civile per le condizioni miserevoli degli acquedotti e di molte altre motivazioni che ci spingono a dire no alla diga in modo assoluto.

I cittadini hanno posto domande e molti di loro poi hanno firmato la nostra petizione che oramai ha raggiunto le 7000 firme. Alla fine abbiamo concluso che il Comitato è oramai la voce di un popolo di diverse anime, accomunate da un solo scopo: la salvaguardia della nostra montagna e del nostro territorio dal pericolo della speculazione.

A quel punto dalla platea si è alzata la voce di un’assessora della provincia di Belluno che ha detto: un nostro rappresentante è adesso a Cittadella (sede del Consorzio Brenta) e sta portando la contrarietà della nostra provincia all’opera con tutte le sue forze (a Cittadella c’era anche Gubert del nostro Comitato). Unanime è scattato l’applauso: difficile che l’unità che sta mostrando la montagna possa essere scalfita dall’arroganza di chi pensa a un fiume come a un serbatoio esclusivo per i propri interessi. I montanari hanno alzato la testa e non la chineranno finché questo progetto non sarà chiuso con un atto pubblico della Regione che aspettiamo con sempre più ansia”.

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