Ricordate lo scandalo Clinton-Lewinsky del 1998, noto come sexgate, che coinvolse il presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton durante il suo secondo mandato. La relazione con Monica Lewinsky, una stagista venticinquenne della Casa Bianca, costò al presidente l’accusa di falsa testimonianza, una multa di 90.000 dollari, la successiva sospensione dall’esercizio della professione forense per 5 anni, fino alla radiazione dinanzi alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Insomma, per la giustizia americana, non era tanto una questione di bigottismo, tradimento coniugale, come venne talvolta descritta in Italia, quanto l’aver mentito dinanzi ai giudici. Perché se un presidente mente su una questione del genere (comprensibilmente per noi, ma non per la giustizia statunitense), può aver mentito anche su altre questioni di Stato.
Questa lunga premessa per porre la questione accaduta a Palazzo Rosso in consiglio comunale di Belluno questa settimana, dove alla domanda rivolta al vicesindaco Paolo Gamba da parte del consigliere di opposizione Francesco Rasera Berna, per conoscere se il bilancio consolidato fosse stato redatto dagli uffici del Comune oppure da professionisti esterni. Ebbene, Gamba, vicesindaco e assessore al Bilancio, risponde che il bilancio è stato fatto internamente dagli uffici del Comune. Ma viene smentito dall’intervento della consigliera di opposizione Lucia Olivotto, già assessore al bilancio, che cita testualmente la determina del 16 luglio 2023 dove risulta l’affidamento del bilancio consolidato a una società esterna, non già agli uffici comunali come dichiarato da Gamba.
Il vicesindaco dunque ha mentito. Nulla sarebbe successo se il bilancio consolidato fosse stato presentato entro i termini di legge del 30 settembre, consentendo così l’assunzione delle educatrici all’asilo nido Primavera. Invece il ritardo della presentazione del bilancio ha impedito l’assunzione del personale provocando “l’incidente” di aver lasciato a casa i bambini iscritti al nido. Su questo punto è sempre la consigliera Olivotto ad evidenziare che sono state raccontate bugie alla gente. Per nascondere le inadempienze, infatti, è stato nuovamente mentito facendo credere all’opinione pubblica che a causa del blocco delle assunzioni non era stato possibile assumere le educatrici e di conseguenza non era stato possibile accogliere i bambini all’asino nido.
Insomma una situazione surreale: due balle colossali, una in consiglio comunale e l’altra ai cittadini bellunesi. Ricordate il caso Clinton… Ma l’epilogo del consiglio comunale è ancora più surreale. Perché il consigliere di opposizione Vignato perde le staffe e gli sfugge un vaffa diretto all’assessore Roccon, il quale minaccia la querela.
Il problema ora è il vaffa, che non sarà certo un gesto elegante, ma ciò basta per far distogliere l’attenzione dai fatti ben più gravi accaduti; l’aver mentito sul bilancio consolidato e l’aver mentito ai cittadini sulla mancata assunzione del personale dell’asilo nido.
Roberto De Nart