Hanno preso il via gli interventi alla ferrata Sperti: la storica via che unisce il bivacco Sperti al bivacco Della Bernardina sarà completamente ristrutturata. I lavori sono iniziati lunedì, sul posto ci sono due squadre da tre persone ciascuna del gruppo guide alpine di Cortina che si alterneranno per sostituire scalette, chiodi e funi e completare tutto il tracciato, salvo complicazioni meteo, entro un mese e mezzo.
“Il gruppo della Schiara e tutta l’Alta via numero 1 sono estremamente strategici per il turismo della nostra città – spiega l’assessore al turismo, Paolo Luciani -, per questo stiamo puntando energie, progetti e risorse per potenziare ulteriormente l’offerta in quest’area e sistemare l’esistente. La Sperti verrà riaperta a breve, era chiusa da 5 o 6 anni, e questo è un grande risultato”.
I lavori hanno preso il via con qualche giorno di ritardo a causa delle condizioni meteo che non permettevano all’elicottero di mettere a terra il materiale necessario agli interventi e alla sostituzione dei pezzi rotti lungo la via. Il cantiere è quindi partito lunedì e sta procedendo di gran lena. Il tracciato interessato, posto ad una quota tra i 1800 e i 2100 metri, è quello che collega il bivacco Sperti al bivacco Della Bernardina, una ferrata storica da sempre molto amata e frequentata da escursionisti da tutto il mondo, tutte le stagioni dell’anno. Qui saranno sostituiti tutti i pezzi rotti, mantenendo inalterato il percorso. Il costo complessivo dell’operazione è di circa 120 mila euro stanziati in parte dal Comune, in parte dall’Unione Montana Valbelluna attraverso i fondi di confine, in parte dalla famiglia Sperti e dall’ente Parco.
“Attendavamo da tempo l’intervento, parliamo di una ferrata realizzata oltre cinquant’anni fa, che aveva davvero bisogno di un profondo restyling – spiega il consigliere Massimo Garzotto, impegnato da vicino nel seguire i lavori -. La Sperti fa parte delle 4 ferrate della Schiara, di cui al momento solo la Berti che porta in vetta è fruibile, benchè raggiungibile solo da nord. La Zacchi e la Marmol sono state chiuse dopo gli ultimi smottamenti dei mesi scorsi e, secondo le stime del geologo incaricato, dovremmo attendere almeno fino alla prossima primavera che il materiale franato si assesti, prima di poter intervenire”.
“L’unione fa la forza e questo progetto lo dimostra – prosegue Luciani -: Comune di Belluno, Unione Montana Valbelluna con i Fondi comune di confine, la famiglia Sperti e il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi hanno collaborato insieme per raggiungere un grande risultato, il Cai contribuirà assicurando la pulizia e le manutenzioni. Ringrazio tutti gli attori e i volontari del territorio per essersi spesi tanto. Ora l’obiettivo è quello di avere, per la primavera del prossimo anno, tutti i percorsi dall’Alta via numero 1 fruibili in sicurezza secondo le nuove normative. Per la Sperti, abbiamo dedicato ulteriori 10 mila euro dopo lo stanziamento iniziale, perché crediamo fortemente nello sviluppo del turismo in quelle aree del nostro territorio di grande pregio paesaggistico e naturale”.
Completerà il grande progetto nell’area il sentiero dell’Ardo che, realizzato in collaborazione con l’ente Parco, collegherà Case Bortot con il Centro Piero Rossi, sede del Parco a Belluno, snodandosi lungo il torrente in un contesto paesaggistico di grande valore e suggestione.
Al momento il Rifugio Settimo Alpini è raggiungibile dalla ferrata Marino Guardiano raggiungendo la cima del Pelf e scendendo poi per forcella Pispilon oppure, dal rifugio Pian di fontana seguendo il sentiero 527 che aggira il monte Pelf e che porta verso Cajada passando per forcella Caneva e Pispilon.