
Stralcio dell’intervento della giornalista Martina Pastorelli al convegno “Scienza e diritto: analisi e prospettive dopo la pandemia” a Roma 17 giugno 2023
“Con il pretesto dell’emergenza pandemica ci hanno chiesto di rinunciare alla nostra caratteristica fondamentale, il raziocinio. Ci hanno chiesto di non pensare, di non fare domande, di non discernere, di non ragionare. Ma di accettare supinamente illogicità, menzogne, soprusi e ingiustizie. Vietato chiedere, vietato pensare, azzerata la nostra capacità critica di leggere la narrazione. Ci hanno chiesto di farci letteralmente telecomandare e quella che citando Clive S. Lewis non esito definire L’abolizione dell’uomo.
I mezzi di comunicazione hanno evidentemente giocato un ruolo cruciale. Niente di quello che abbiamo vissuto, penso sarebbe stato possibile senza la collaborazione fattiva dei media che allineati con tutti i poteri nazionali si sono adoperati compatti a sostegno di un unico progetto. Media che non fanno più informazione, ma propaganda o storytelling, ripetendo la voce del padrone e si sono ridotti tristemente a grancassa del potere. Un potere che ha usato il metodo classico dei totalitarismi, la formazione di massa, il convincimento, attraverso una narrazione diffusa a tamburo battente e senza sbavature.
Giorgio Agamben un po’ di tempo fa ha fatto osservare che il contegno dei media in questi due anni resterà come una delle pagine più vergognose della storia di questo paese. Vi sono state ovviamente delle eccezioni, ma i colleghi cronisti dipendenti hanno subito e continuano a subire un’incessante vessazione da parte del mainstream.
Come è stato possibile avere accettato tutto questo?
Proviamo a immaginare come sarebbe stato diverso se i media avessero raccontato fedelmente tutto quanto succedeva, invece di omettere, distorcere manipolare ogni informazione che potesse minacciare il racconto unico. Accanto alle fake news, di cui tutti parlano oggi, ci sono e sono tanto più numerose le cosiddette disappeared, cioè le notizie scomparse. Le notizie che non vengono date. Mi vengono in mente quelle all’inizio sulle cure alternative, nel senso che erano disponibili già da tanto tempo e note, e mi vengono in mente quelle che tuttora non vengono date sugli eventi avversi, sulle persone che soffrono.
Qui c’è un pezzo di realtà che non viene raccontata. Chi ha dato l’ordine di non farlo? Chi si è preso la briga. E perché? Provate a immaginare se il giornalismo anziché il cane da riporto avesse fatto il cane da guardia delle istituzioni davanti alle forzature normative e costituzionali. Se tanti giornalisti avessero messo gli esperti davanti alle palesi contraddizioni che emergevano, se di fronte a tanti dubbi avessero posto delle domande.
Se anziché alzarsi in piedi ed applaudire quando il presidente del Consiglio Mario Draghi entrava in conferenza stampa – perché è successo anche questo – gli avessero chiesto conto di alcune affermazioni che si sono rivelate plateali bugie. “Chi non si vaccina si ammala muore e fa morire” oppure “il green pass è garanzia di trovarsi tra persone non contagiose”.
Pensate, come sarebbe stato tutto molto diverso se i giornali avessero analizzato proposto pensiero critico, ad esempio rilevando che ogni norma è il prodotto dell’intelligenza e come tale deve presentare razionalità e ragionevolezza, qualità che il green pass non aveva. Pensate se molti augusti opinionisti avessero considerato da più punti di vista le conseguenze di alcune decisioni gravissime. Se tv e giornali avessero aspettato un dibattito libero, anziché aiutato lo Stato ad infatilizzare le persone a prendere il sopravvento su cittadini afasici immaginate se nei talk show e nell’intrattenimento televisivo avessimo potuto sentire un confronto di voci alla pari, storie diverse, domande poco comode, ma necessarie, anziché la messa in scena del pensiero unico e la ripetizione fino alla nausea di slogan.
Non è un caso che ogni discorso dovesse iniziare con un’auto da fè: “Io sono vaccinata, io non ho niente contro i vaccini” E guardate che questa roba continua ad anche adesso su altri temi: “Io penso che i russi siano il male assoluto. Io penso che Putin sia un criminale di guerra. Io penso che la crisi climatica in atto sia enorme e che il mondo stia per finire” E poi si può parlare. Queste frasi sono e lascia passare per potersi esprimere in pubblico.
Pensate se i conduttori di fronte ai palesi non sense che emergevano, invece di annuire, avessero opposto argomenti, anziché togliere la parola alle persone trasformando le trasmissioni TV in delle vere e proprie arene dove il cristiano, ironicamente qui l’eretico di turno, veniva sbranato dai leoni, viene sbranato dai leoni, e diventa il bersaglio di un bullismo di un plotone di esecuzione mediatico.
Io credo che molte cose non sarebbero passate, perché attraverso i media in una società che ne è dipendente come non mai, si può far credere qualsiasi cosa, si arriva a creare una realtà parallela. Prima si diceva la realtà è stata rimossa dalla testa delle persone. Esattamente questo, viene creata una iper-realtà e le persone credono che la realtà corrisponda a quello che raccontano i media. Vi ricordo che la guerra, a un certo punto, è stata anche raccontata con le immagini di un videogioco spacciate per un attacco”!