
È iniziata sotto i migliori auspici, in Prefettura di Belluno, Colori vetri e città, la mostra personale dell’artista bellunese Maria Antonia Fedon, con presenza di critica e pubblico, giunti anche dall’estero.
La mostra, organizzata dal Comune di Belluno, rimarrà aperta dal 25 settembre al 6 ottobre, con orario 10–12:30 e 15–18:30, dal lunedì al venerdì. Ingresso libero.
L’inaugurazione di giovedì 21 settembre, nella sala Zanardelli di Palazzo dei Rettori, sede della Prefettura, ha già fatto registrare il tutto esaurito. Ad accogliere gli invitati, i saluti del prefetto di Belluno, Mariano Savastano e dell’assessore Raffaele Addamiano, seguiti dall’intervento del critico d’arte Erminio Mazzucco, che ha svelato i significati più riposti dell’arte e della tecnica di Antonia Fedon.
La mostra in corso espone 27 quadri dell’artista bellunese, tra cui diversi inediti: 17 opere a tecnica mista, che l’artista stessa definisce “astratto interpretativo”, e 10 opere realizzate su vetro, tra le sue più celebri a livello internazionale, frutto di delicate fusioni realizzate dai maestri vetrai veneziani, su cui poi l’artista conclude la sua opera, interpretando gli irripetibili movimenti generati dai processi di cottura.
Premiate alla XII edizione della Biennale di Firenze, con la prestigiosa medaglia d’oro “Lorenzo il Magnifico” e menzione speciale del Presidente della Giuria Internazionale, le opere di Maria Antonia Fedon sono state esposte ad Art Basel di Miami, al Museo di Stato di Mosca e in importanti gallerie d’arte internazionali, ottenendo sempre pieni riconoscimenti di critica e pubblico.
Nel 2023, a 30 anni esatti dalla prima personale mostra a Venezia San Marco, Palazzo delle Prigioni, evento che la rivelò al mondo dell’arte, Belluno e le sue istituzioni celebrano così Antonia Fedon, artista molto nota all’estero, meno nella sua città natale, dove tuttora vive e lavora.
Al pubblico e agli appassionati d’arte, l’occasione di scoprire e ammirare i suoi quadri, nello storico e prestigioso Palazzo dei Rettori, grazie innanzitutto alla gentile disponibilità del prefetto, all’organizzazione del Comune di Belluno e alla preziosa presenza dei volontari di Officine della Cultura e dell’Associazione Campedel.
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