Come previsto, è tornato prepotentemente di attualità il tema più volte morto e risorto
dell’autostrada Venezia-Monaco, con il prolungamento dell’A27 oltre Pian di Vedoia,
attraverso il Cadore centrale, il Comelico e le verdi valli del Tirolo Orientale.
Lo sottolinea in una nota l’Associazione Peraltrestrade Dolomiti.
A guidare la crociata – prosegue la nota – è Lorraine Berton, presidente dell’associazione di categoria Confindustria Belluno-Treviso, per la quale lo “SFONDAMENTO A NORD” è un chiodo fisso, al limite dell’ossessione (quasi una questione personale, o di famiglia), proprio come lo sono la nuova pista da bob, il villaggio olimpico di Cortina e i tre famigerati collegamenti sciistici Cortina-Badia, Cortina-Arabba, Cortina-Civetta per il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
Peccato che ancora non ci abbiano spiegato in termini chiari quali vantaggi porterebbe alla
nostra provincia di montagna la realizzazione di queste grandi opere, dove è evidente che
la montagna esiste SOLO come occasione delle Olimpiadi, e queste sono SOLO
occasione di nuove infrastrutture.
Se diventare un corridoio di traffico internazionale (svuotato nel frattempo di ogni servizio,
a partire da quello sanitario) e un luna-park per un turismo mordi-e-fuggi fosse la vera
ambizione di futuro da parte del Cadore/Comelico, sarebbe inevitabile (e forse giusto) che
questi morissero del tutto: come demografia, come economia propria, come territorio. Per
fortuna non è così…
É palese, oltre ogni dubbio, che chi porta avanti questi progetti tiene conto più delle potenti
lobby economiche del cemento e delle energie fossili che delle esigenze, delle fragilità, e
al contempo delle tante potenzialità – che non siano quelle legate allo sfruttamento
immediato – della montagna dolomitica.
Prenderne coscienza, smascherare i falsi profeti, riaffermare i nostri diritti: in assenza di
questo, il rischio per le comunità locali è di venire sopraffatte e letteralmente spazzate via,
o asservite.