Si avvia a conclusione il progetto Interreg Klang, dedicato alla storia delle spade e delle lame bianche prodotte nel Bellunese. Gli ultimi due appuntamenti si terranno venerdì 24 giugno dalle ore 17:00 al Mulino di Salzan nel Comune di Santa Giustina dove è allestito un percorso didattico che illustra le varie fasi di lavorazione di una spada. E il giorno dopo, sabato 25 giugno dalle ore 15:00, al Castello di Andraz a Livinallongo del Col di Lana, a cura dell’Istituto Ladino Cesa de Jan.
“Klang chiude, ma lascia una serie di spazi espositivi permanenti al Museo Fulcis e un patrimonio diffuso quale la riqualificazione delle antiche rogge di Santa Giustina – come ha spiegato stamane nel corso della conferenza al Museo Fulcis di Belluno Ilaria Marcolin, projet manager Meraki curatrice del progetto – Oltre ad una app multimediale, 4000 guide turistiche in lingua italiana, 1000 in tedesco e 1000 in inglese, 2000 copie degli atti del convegno in italiano, 500 in tedesco e 500 in inglese. E un’offerta didattica delle antiche produzioni di spade bellunesi. L’Università di Innsbruck, inoltre, ha mappato le cave di confine e 500 spade di probabile origine bellunese conservate in collezioni private e pubbliche”.
“Qui al Museo Fulcis, che è stato il fulcro delle attività, rimarrà allestita la Sala degli spadai – ha detto Carlo Cavalli, curatore dei Musei civici di Belluno – che ha illustrato nel dettaglio le 28 armi esposte, prodotte tra il ‘500 e il ‘600 caratterizzate dai punzoni riconducibili alla produzione bellunese, provenienti dal Museo Correr di Venezia in comodato al Fulcis. Oltre al frammento di una spada medievale, il più antico reperto rinvenuto a Formegan di Santa Giustina, due spade di inizio ‘600 e un pugnale ritrovato sulle coste pugliesi con il punzone della fucina Pietro da Formicano”.
Sono intervenuti anche il sindaco di Santa Giustina Ivan Minella, il presidente del Circolo Cultura e Stampa Bellunese Luigino Boito.
Il progetto Klang, dal termine tedesco che significa “rumore forte” e che richiama il rumore forte della forgiatura dei metalli, è il nome scelto per questo progetto finanziato dall’UE, dal Fondo FESR e Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020 e sospeso tra valorizzazione turistica, riscoperta storica e scientifica di un passato finora noto per lo più agli addetti ai lavori. Il capofila del progetto è il Comune di Belluno, i partner sono il Circolo Cultura e Stampa Bellunese, l’Università di Innsbruck, il Comune di Maniago e quello di Santa Giustina. A questi si aggiungono i partner associati, ovvero la Provincia di Belluno, il Comune di Colle Santa Lucia, l’Unione Montana Bellunese e la Fondazione Teatri delle Dolomiti.