Belluno, 3 marzo 2022 – Confagricoltura Belluno lancia un appello ai ministri Federico D’Incà e Daniele Franco affinché si trovi una soluzione per contenere i costi energetici, che gravano sempre di più sulle aziende. La guerra in Ucraina ha aperto uno scenario di profonda instabilità, causando un ulteriore aumento del gas e del petrolio oltre a quello dei mangimi e dei fertilizzanti.
“Le nostre aziende agricole, soprattutto quelle zootecniche, sono in sofferenza da mesi per gli esorbitanti costi dell’energia elettrica e del gas, che dal 1° gennaio hanno segnato nuovi aumenti – sottolinea Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno -. Ora questa guerra sta generando ulteriori preoccupazioni, con l’aumento delle quotazioni delle materie prime che sta interessando anche i mangimi, rincarati in una sola settimana del 5-6%. Per l’energia elettrica sono in arrivo nuovi rincari e sta aumentando nuovamente anche il costo del gasolio, indispensabile non solo per le stalle ma per tutte le attività produttive, dalle serre florovivaistiche ai seminativi. Ai ministri D’Incà e Franco ricordiamo che le aziende zootecniche della montagna devono essere tenute in maggiore considerazione, in quanto i tre centesimi in più sul prezzo del latte non sono mai arrivati e, anche se Lattebusche sta tenendo bene, non basta a garantire la sopravvivenza delle imprese. Le stalle della parte più alta della provincia stanno affrontando spese abnormi e rischiano di chiudere. E se la zootecnia da latte sparisce, la montagna muore”.
Il nuovo decreto legge sull’energia, entrato in vigore ieri, non interviene in modo efficace sulla compensazione del caro bollette per le imprese agricole. ” La conferma dell’annullamento degli oneri di sistema non è sufficiente a compensare gli extra costi per l’energia – osserva Donazzolo -. Bisognava osare di più. Apprezziamo invece lo stanziamento di risorse per lo sviluppo delle rinnovabili, ma anche in questo caso servono incentivi ad hoc per le zone di montagna. Il fotovoltaico è conveniente solo con impianti di grandi dimensioni, che nel nostro territorio poche aziende sono in grado di realizzare. Più interessante potrebbe essere la produzione di biogas dai reflui zootecnici o dagli scarti biologici, ma anche in questo caso lo sforzo è troppo importante per le imprese individuali. Vedrei bene forme di consorzio, ad esempio nel Feltrino, dove ci sono tante aziende agricole che potrebbero investire su un modello di economia circolare che può garantire l’autosufficienza sia di energia elettrica, sia di calore”.
—