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Fondazione Dolomiti Unesco. Bond: «Il bando per il direttore è la conferma dell’egemonia altoatesina. Dobbiamo reagire»

«Ora vogliono imporre il tedesco come lingua obbligatoria in un concorso per enti internazionali. Il tentativo di egemonia altoatesina segna un altro punto. E noi non possiamo stare a guardare: quando è troppo è troppo». Così in una nota il deputato di Forza Italia Dario Bond, a commento del bando per il nuovo direttore della Fondazione Dolomiti Unesco. Bando che ha tra i requisiti di accesso la conoscenza della lingua tedesca.

«È evidente che si tratta di una forzatura a tutto vantaggio del territorio germanofono di Bolzano. I concorsi per enti internazionali come la Fondazione Unesco non possono avere altro che l’inglese scritto e parlato come prerequisito di accesso. Altre lingue – come il tedesco – devono essere facoltative e costituire, semmai, titolo preferenziale. Quindi il tedesco non può essere un requisito obbligatorio, come invece compare nel bando per il nuovo direttore della Fondazione, che – utile ricordarlo – è un ente che ha sede in provincia di Belluno; sede amministrativa a Palazzo Piloni e sede operativa a Cortina d’Ampezzo, in Corso Italia. Forse l’Alto Adige ha già il candidato pronto, con tanto di patentino di bilinguismo in tasca? Non è accettabile. Presenterò un’interrogazione su questa questione, l’ennesima che mette in risalto i tentativi egemonici di Bolzano. E se non dovesse cambiare il testo del bando, sono pronto a portare avanti altre azioni. Siamo alle solite: l’Alto Adige non può continuare a essere Stato nello Stato».

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