«Il presidente uscente della Regione Veneto conferma di essersi dimenticato del Bellunese: la sua pubblicazione, che sta arrivando nelle case di tutti i cittadini, non porta alcuna traccia di quanto andrebbe fatto per la nostra terra».
La segnalazione è di Andrea Bona, presidente del movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti e candidato alle prossime elezioni regionali nella lista Veneto – Simonetta Rubinato per le autonomie.
«Non c’è nessun accenno alla specificità prevista dall’articolo 15 dello statuto regionale, e – ancora più grave – non si parla nemmeno del referendum per l’autonomia bellunese che si è svolto lo stesso giorno di quello per l’autonomia veneta. – sottolinea Bona – Non si parla nemmeno di sanità; gli unici riferimenti alla nostra terra sono il marchio in copertina “Edizione di Belluno” e qualche foto all’interno».
Per Bona, «questo è il segnale della considerazione che si ha del Bellunese e della conoscenza della nostra terra. Poi – continua ironizzando – servirebbe anche un buon ripasso di geografia: dopo aver assicurato in diretta radio qualche anno fa che il Veneto non confina con l’Austria, ignorando così i quattro comuni comeliani di confine, oggi inserisce nell’opuscolo bellunese la candidatura Unesco della Valpolicella: in bocca al lupo agli amici veronesi, ma col Bellunese che c’entra?».
«Insomma, – conclude Bona – è evidente che se vogliamo portare risultati per la nostra terra non possiamo continuare ad affidarci a chi lancia spot senza poi agire, a chi non conosce il nostro territorio e quindi figuriamoci come può conoscerne i problemi quotidiani. Servono impegni specifici e chiari per il Bellunese, è fondamentale avviare la partita autonomista bellunese, ferma ormai dal voto del 22 ottobre 2017: tutto questo non può però arrivare dai partiti nazionali, troppo impegnati nei giochi di potere e nelle lotte interne.
Bisogna rompere gli schemi: con Simonetta Rubinato noi ci stiamo provando, con un accordo che prevede azioni precise per il Bellunese, dall’introduzione di un terzo consigliere riservato alla minoranza linguistica ladina a questioni bollenti come sanità e gestione delle grandi derivazioni idroelettriche. Se l’attenzione di Venezia e Roma è quella dimostrata finora, ci lascino gestire da soli il nostro territorio: ne siamo capaci e vogliamo dimostrarlo».