Luciano Da Pian, da circa tre anni consigliere in Comune di Belluno, è candidato alle regionali per la Lega nella lista Zaia. Lo abbiamo incontrato per una breve intervista qui di seguito pubblicata.
E’ stata una sua scelta l’inserimento in lista Zaia?
“Ho dato la mia disponibilità per la formazione delle liste per le elezioni regionali e con grande sorpresa, mi sono trovato nella Lista del Presidente Zaia. Questa cosa mi riempie di gioia e mi fa sentire orgoglioso di partecipare ad una competizione elettorale che potrà consolidare la forza della nostra Regione nel contesto nazionale portando sempre avanti il tema della Autonomia”.
Qual è il suo motto per questa campagna elettorale?
“Osservare, ascoltare, progettare e poi agire. Questo è il mio pensiero e in sostanza il mio programma”.
Ci può dire qualcosa di lei, della sua esperienza, e perché i bellunesi le dovrebbero dare il voto?
“Ho 56 anni e vivo a Belluno. Ho fatto esperienze lavorative come libero professionista nel campo dell’edilizia e da ormai 30 anni lavoro all’ATER, l’Azienda che gestisce e costruisce la ‘case popolari’ e che possiede immobili in tutta la provincia. Gestendo il patrimonio, conosco piuttosto bene tutto il territorio. Questo mi ha permesso di entrare in molte dinamiche proprie del nostro difficile territorio, con una particolare attenzione all’aspetto delle problematiche sociali. Ebbene, questa competizione potrà permettermi di mettere a frutto anche le conoscenze del territorio sviluppate in esperienze di amministratore di società partecipate dal Comune e dalla Provincia”.
Cosa pensa del nostro territorio?
“Viviamo in un territorio tanto meraviglioso, quanto fragile che necessita di tante e continue attenzioni, con la gente che in un attimo si ritrova in un mare di acqua e fango. Ma che si rialza sempre con forza e tenacia con una rete di aiuti che va dalla protezione civile a quanti si adoperano sempre nei moment di difficoltà. E tutto ciò con altri e molteplici questioni in parte risolte, ma che affliggono il nostro territorio”.
Qual è la sua posizione sui collegamenti e la viabilità in provincia?
“C’è l’assoluta necessità dello sbocco a nord. E c’è anche la necessità di sviluppare ed implementare i canali di collegamento informatici, che anche in ragione della pandemia hanno dimostrato essere indispensabili”.
Quali altri temi ritiene importanti?
“C’è la questione dell’abbandono delle terre alte e quindi dello spopolamento, della difficoltà di lavorare e fare impresa nel nostro territorio. Di quanto dobbiamo avere a cuore i nostri anziani e proteggerli e di come dobbiamo pensare al futuro dei ragazzi che devono trovare qui adeguate risposte nel lavoro che permettano loro di progettare il futuro nella loro terra. Nondimeno importante il tema della sanità che opera in questo contesto complesso.
Quali potenzialità vede nel futuro del nostro territorio?
“Disponiamo di un territorio complesso, che comprende le Dolomiti, patrimonio mondiale UNESCO, che dobbiamo ‘sfruttare’ al massimo, massimizzando la bellezza e la specificità dei nostri territori nell’assoluto rispetto dell’ambiente. Il turismo come davvero fonte di lavoro e di reddito da sviluppare nelle varie forme quali ad esempio l’enogastronomia o dei piccoli allevamenti, anche a conduzione familiare o dell’ospitalità diffusa e quindi della valorizzazione dei territori partendo da quelli meno conosciuti. E tutto questo preparandoci ai grandi appuntamenti mondiali del 2021 e del 2026 che dovranno vedere il nostro territorio come un legante assoluto tra Milano e Cortina”.