Il tema di cui si parlerà venerdì 5 ottobre a Pieve d’Alpago, sala Placido Fabris ore 20.30, è di grande attualità. Ospite della serata, accanto all’editore della Canova Giovanni Galli, è il giornalista e storico Sante Rossetto che presenterà il suo libro “Preti frati e giudici. Criminalità e clero nella repubblica di Venezia”, giunto in pochi mesi alla terza ristampa.
L’autore, conosciuto a Belluno dove è stato per sette anni caporedattore del Gazzettino, analizza due secoli (dalla fine del concilio di Trento alla metà del Settecento) di sentenze penali in cui sono stati coinvolti circa trecento ecclesiastici di alcune podesterie tra cui Belluno, Feltre e la Magnifica Comunità del Cadore. Nonostante gli sforzi dei padri conciliari la situazione morale del clero migliorò di poco (soltanto le convivenze con una donna diminuirono). Nelle oltre duecento pagine del volume possiamo leggere episodi di assassini, violenze sessuali, due infanticidi avvenuti nell’agordino e nella zona del Cadore, violenze a colpi di archibugio a Baldenich tra un canonico e la sua famiglia contro altri nobiluomini bellunesi, un tentato caso di pedofilia di un frate nel Feltrino.
L’elenco è lungo e non vi è reato che non sia compiuto in questi duecento anni.
Accanto alle malefatte di preti e frati, l’autore non dimentica però i soprusi subiti da qualche sacerdote, a volte troppo zelante. Un testo che si legge davvero come un quotidiano di cronaca nera odierna. Una cronaca, ormai divenuta storia, che va ad aggiungersi ai recenti poco edificanti episodi che stanno turbando ancora una volta la Chiesa.