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Congelato il fondo per il Piano Periferie. Massaro: “Situazione gravissima, già attivati Anci e parlamentari”

«È una situazione gravissima quella che si verrebbe a creare col congelamento di 140 milioni al Piano Periferie per due anni. Questo Governo non sa quanto è stato fatto sul territorio italiano in tema di rigenerazione urbana: questa mattina ho già preso contatto con ANCI e scritto a tutti i parlamentari bellunesi perché si cancelli questa decisione».

Il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, attacca duramente l’emendamento al Decreto Milleproroghe che, per consentire lo sblocco degli avanzi di amministrazione, “stoppa” i lavori di rigenerazione urbana in oltre 100 capoluoghi italiani.

«Oltre che essere una scelta politica miope, è una decisione che creerà gravi problemi all’economia locale e nazionale», spiega Massaro.
Ecco i numeri: il finanziamento statale, per il Comune di Belluno, ammonta a 18 milioni di euro (2,1 miliardi a livello nazionale); a questi, vanno aggiunte ulteriori risorse, pubbliche e private, per 17 milioni (1,7 miliardi in tutta Italia). «Parliamo di 35 milioni di euro per Belluno e 3,8 miliardi di euro in Italia, quasi mezzo punto percentuale di PIL. – commenta Massaro – Gli avanzi di amministrazione che si andrebbero a sbloccare – per Belluno parliamo di circa 10 milioni di euro – sono decisamente inferiori sia al valore movimentato dalla rigenerazione che alle sole risorse statali trasferite».

«Il Governo giustifica questo congelamento con il fatto che i comuni non hanno fatto ancora nulla in materia di rigenerazione urbana. – aggiunge Massaro – Ma se fosse stato convocato il tavolo di monitoraggio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, forse saprebbero che non è così: per esempio, il Comune di Belluno, fino al 30 giugno 2018, ha già impegnato oltre 1.100.000 euro»
I comuni, poi, hanno destinato gran parte dello spazio di patto del 2018 (Belluno lo ha occupato interamente per 700mila euro) al cofinanziamento della rigenerazione: «Se anche ora ci dicessero che possiamo utilizzare quei soldi per altri lavori, – commenta Massaro – sarebbe impossibile, perchè non si sono i tempi tecnici per redigere un progetto esecutivo entro l’anno, così quei soldi finirebbero ancora in avanzo di amministrazione».

C’è infine l’aspetto che riguarda privati e imprese: «Far slittare i lavori al 2020
porterebbe alla rinuncia da parte di molti partner privati, e alla conseguente perdita di lavoro per le imprese», sottolinea il sindaco.
«A dimostrazione della confusione che regna a Roma – rimarca poi Massaro – c’è la notizia arrivata in tarda mattinata della concessione della proroga al 15 settembre per la presentazione dei progetti esecutivi mancanti, nel nostro caso la Mediateca delle Dolomiti – Palazzo Crepadona e l’ex Chiesa dei Gesuiti. Oggi scadevano i termini per la presentazione, e non avevamo avuto risposta, e proprio mentre scoppiava la polemica sul congelamento dei fondi è arrivata questa notizia, per noi certamente positiva, ma sintomo di grande disordine organizzativo».

Fin dalle prime ora della giornata ci si è attivati per cercare una soluzione alla preoccupante questione: «Sono in costante contatto con ANCI, che ha già iniziato la raccolta dei dati sulle attività di rigenerazione urbana in tutta Italia, – spiega Massaro – ed ho scritto a tutti i parlamentari bellunesi perchè si attivino con urgenza: da parte di tutti ho trovato massima disponibilità a collaborare, ora abbiamo un mese di tempo per porre rimedio a queste gravissima decisione».
«Qui la questione non è solo amministrativa, ma politica. – conclude Massaro – I comuni sono ancora al centro delle politiche di rilancio del Paese per questo Governo? Che alternativa c’è alla rigenerazione urbana per far ripartire l’economia? Altro consumo del suolo? La rigenerazione urbana è il tema più moderno a livello europeo per lo sviluppo socio-economico, non si può regredire in questa maniera, con il solito dietrofront all’italiana».

 

Azioni di cui il Comune di Belluno è capofila:

A) 5 progetti esecutivi sono stati trasmessi entro il termine dei 60 giorni. Sono attualmente stati avviati per la fase di appalto.

B) per due progetti (mediateca delle Dolomiti – Palazzo Crepadona e ex Chiesa dei Gesuiti):
– trasmesso la deliberazione di presa d’atto del fatto che, essendo arrivato il parere della sovrintendenza soltanto una settimana fa, non è stato possibile approvare gli esecutivi nei 60 gg;
– Per questi progetti chiesta la proroga nei termini previsti;
– La proroga è arrivata questa mattina, indicando come termine ultimo il 15 settembre.

Per tutti i progetti sono state già impegnate e in parte liquidate le somme per la progettazione esecutiva e definitiva.
Si è attualmente passati ad impegnare le risorse per la fase di gara.

Azioni di cui il Comune di Belluno NON è capofila:

A) un progetto non è stato fatto per rinuncia del proponente (“nuove attività a servizio della piave”, ex Locanda);
B) filù srl – Parcheggio Caffi: già ottenuto permesso a costruire, già pagati oneri di urbanizzazione;
C) cittadella della sicurezza (Demanio dello stato): in attesa dell’anticipazione per avviare l’appalto.
D) “dal centro al Piave” (due progetti di bim-gsp): lavori in corso di esecuzione
E) ripopolare il centro (Reviviscar): chiesto permesso a costruire;
F) ripopolare il centro (Ater) in corso di appalto, già ottenuti permessi a costruire;
G) fablab con centro consorzi sedico: azione in corso di esecuzione.

Qui la delibera di giunta con l’elenco completo dei progetti e relativi costi:
http://edilizia.comune.belluno.it/files/2016/09/DEL_DELG_126_2016.pdf

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