Il report della Cgia di Mestre è a dir poco drammatico. Alcuni dei dati emersi li evevamo già presentati durante i nostri convegni-spettacolo e oggi abbiamo avuto la conferma che tutte le nostre preoccupazioni erano assolutamente fondate. Quello che ancora si stenta a capire è che la morte cui sta andando incontro il nostro territorio non riguarda una piccola parte della popolazione ma l’intera provincia: insieme alle attività produttive e al turismo verranno meno i servizi, quindi uffici pubblici, poste, banche, farmacie, giornali. Tutto il tessuto sociale, oltre che produttivo, del Bellunese è a fortissimo rischio.
A dirlo, attraverso una nota stampa, è l’Associazione Vivaio Dolomiti.
A niente sono servite le iniziative tanto sbandierate portate avanti negli ultimi anni. Bisogna fare scelte strategiche, bisogna far entrare la nostra piccola provincia nel corridoio della Via della seta quale attore principale e creare vie di comunicazione che ci portino nel cuore dell’Europa. Lo dice lo stesso rapporto della Cgia di Mestre che lo sbocco a nord è fondamentale, evidenziando la necessità di perseguire opere performanti e basate sull’analisi del rapporto costi/benefici. Queste soluzioni Vivaio Dolomiti le ha date da tempo. Chiaro che lo sbocco a nord deve essere inserito in un territorio fragile e delicato e deve essere ambientalmente compatibile. Abbiamo dimostrato che è possibile farlo. L’opera deve tenere conto delle future (ma in parte già attuali) tecnologie ed essere compatibile per mezzi a idrogeno e ad elettrico, in linea con quanto stanno facendo nel resto del mondo.
Noi con le nostre forze avevamo contattato gli austriaci, che stanno ancora aspettando un riscontro da parte italiana per mettere in opera quello che ormai è indispensabile e indiscutibile: un corridoio tecnologico che possa infrastrutturare la nostra provincia e renderla competitiva in Europa. Inutile discutere o ragionare di pancia, non c’è più tempo nè spazio. O si agisce, in fretta, o si muore.