Venezia, 16 gennaio 2018 – Il Presidente della Regione del Veneto ha firmato oggi un decreto attraverso il quale viene formalizzata l’autorizzazione all’Avvocatura regionale a presentare “un esposto denuncia avanti la Procura della Repubblica di Padova, in ordine a episodi di erogazione di prestazioni sanitarie costituenti ipotesi di reato, svelate in un servizio televisivo trasmesso nel corso del programma ‘Petrolio’ di Rai 1, andato in onda nella notte del giorno 14 gennaio 2018”.
Nella premessa del decreto vengono riassunte le modalità di svolgimento delle due fattispecie in questione, secondo quanto messo in onda dalla trasmissione televisiva e si sottolinea che “gli episodi, che sono stati ampiamente ripresi da vari articoli comparsi sui quotidiani dei giorni 14 e 15 gennaio 2018 e nei servizi televisivi delle testate regionali del servizio pubblico, mettono in pessima luce l’immagine del servizio sanitario regionale, nei confronti del quale la Regione ha sempre preteso comportamenti corretti da parte di tutti i suoi operatori”, che “tali fatti manifestano inoltre condotte in grave contrasto con le politiche regionali rivolte alla riduzione delle liste d’attesa nella sanità pubblica e con le disposizioni di legge che regolano l’attività libero professionale dei medici dipendenti del servizio sanitario regionale” e che, “a prescindere da ogni altra attività di indagine o ispezione in sede amministrativa, assunta con diverso provvedimento (ieri ndr) è interesse della Regione Veneto verificare la fondatezza dei fatti e la loro rilevanza penale, nonché avere piena conoscenza di ogni aspetto inerente le due vicende”.
L’esposto-denuncia ipotizza che i comportamenti messi in atto dai due sanitari coinvolti integrino anche in vario modo un danno patrimoniale, dato che le due azioni hanno in comune l’esercizio di un’attività privata da parte di medici operanti nel servizio pubblico. Comportamenti posti in essere a fronte della richiesta di due ipotetiche pazienti di superare le liste d’attesa per ottenere in tempi accorciati le prestazioni sanitarie richieste.
La Regione chiede alla Procura patavina che, “visti gli articoli di stampa, gli atti e i documenti allegati, voglia procedere nei confronti delle persone indicate nel presente esposto per i reati commessi contro la Pubblica Amministrazione, anche nelle forme del tentativo di reato di cui all’articolo 56 codice penale, che a titolo di primo riferimento si indicano negli articoli 317 e 323 del codice penale, nonché per ogni altra ipotesi di reato che, in ragione delle indagini penali, fosse ritenuto imputabile alle stesse persone o ad altri soggetti che, in vario modo o a diverso titolo, hanno concorso o favorito il loro compimento”.
Il testo dell’esposto denuncia contiene anche il riferimento a numerose delibere della Giunta regionale in materia di erogazione di servizi sanitari e contenimento delle liste d’attesa.
Si tratta, in particolare, della delibera nr. 320 del 12 marzo 2013 in tema di rispetto dei tempi delle liste d’attesa, di modalità di gestione ed erogazione della domanda e dell’offerta, di compensi per il personale impegnato; della delibera nr. 1307 del 23 luglio 2007 che attivò un apposito fondo da destinare alle aziende sanitarie per l’acquisto di prestazioni da personale dipendente della dirigenza medica da erogare in regime libero professionale; della delibera nr. 2174 del 23 dicembre 2016 con la quale si impartivano disposizioni connesse alla riforma del sistema sanitario veneto compiuta con l’approvazione della legge regionale 25 ottobre 2016 nr. 19; della delibera nr. 847 del 4 giugno 2013 sulle modalità di erogazione dell’attività professionale intramuraria, che comprendeva il divieto all’attività di intramoenia allargata.
L’Avvocato Ezio Zanon, Coordinatore dell’Avvocatura regionale, sta provvedendo al deposito dell’atto presso la Procura della Repubblica di Padova.