Fumata grigia a Roma per Sappada in Friuli, e la Regione del Veneto si sveglia ancora una volta molto tardi. L’accusa arriva dal parlamentare veneto del Movimento 5 Stelle Federico D’Incà, che bacchetta i tempi del governo regionale sul passaggio di Sappada alla regione a statuto speciale.
“Abbiamo ricevuto la richiesta del presidente del consiglio regionale veneto, Roberto Ciambetti – dice D’Incà – e ora la presidente della Camera prenderà le sue decisioni sull’argomento. Ma io mi chiedo come mai la Regione si presenti ora, a poche ore dal voto previsto in aula sul passaggio di Sappada in Friuli. Si tratta di un ritardo gravissimo, visto che il referendum dei sappadini si è svolto quasi dieci anni fa. Un ritardo che non fa fare per niente bella figura alla Regione”.
Intanto sono sorte anche alcune complicazioni in Commissione bilancio, legate a incongruenze sulla spesa preventivata dallo Stato per il passaggio della località bellunese nella regione a statuto speciale.
“In Commissione bilancio – spiega il parlamentare veneto del Movimento 5 Stelle – abbiamo incontrato alcune difficoltà, ancora una volta, nel quantificare i 705mila euro di costo maggiore da parte dello Stato per il passaggio di Sappada in Friuli Venezia Giulia”.
I dati forniti da parte della Ragioneria dello Stato, infatti, non esprimono con chiarezza da dove derivi questo costo aggiuntivo. “Se parliamo di costi legati alla sanità – sottolinea il deputato – questa diventa una semplice “partita di giro” tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, quindi non dovrebbe incidere assolutamente dal punto di vista finanziario per lo Stato”.
“Ma allora – puntualizza il deputato – io mi domando se questi 705mila euro sono davvero la differenza del valore di un cittadino friulano rispetto a uno bellunese”.
Il parlamentare, calcolatrice alla mano, aveva diviso per il numero di abitanti la spesa complessiva preventivata per il passaggio di Sappada in Friuli, “scoprendo” che per ogni residente della località bellunese in transito verso i dirimpettai friulani lo Stato spenderà 540 euro.
“Ho posto questa domanda alla Ragioneria dello Stato e della Commissione Bilancio, di cui sono membro – ricorda D’Incà – e ho chiesto anche alla stessa Commissione, come in Commissione Affari Costituzionali, di prendersi la responsabilità da parte di tutti i membri di portare avanti il fondo per i Comuni di confine del Veneto nei confronti del Friuli”.
Da tempo il parlamentare evidenzia la necessità di attivare una forma di mitigazione per i Comuni che confinano con il Friuli, regione a statuto speciale.
“I nostri Comuni bellunesi soffrono questa vicinanza per tutta una serie di motivi legati allo statuto speciale friulano, che li mette i condizione di non poter competere con i vicini di casa – si rammarica D’Incà – questo è l’unico motivo che ci permetterà di rimanere compatti in Veneto, almeno fino a quando non sapremo esattamente come finirà la trattativa Stato-Regione e quali saranno le maggiori materie attribuite alla provincia di Belluno”.