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Rifiuti interrati sulla Treviso-Ostiglia. Zanoni (PD): “Cosa sta facendo la Regione per evitare che venga contaminata la falda acquifera”?

Venezia, 31 ottobre 2017  –  “Quanto scoperto sotto la pista ciclabile Treviso-Ostiglia purtroppo non mi sorprende. Il Veneto è disseminato di rifiuti interrati abusivamente e più volte ho denunciato come la Regione non si impegni abbastanza su questo fronte. Gli esempi sono molteplici, l’autostrada Valdastico Sud, l’A4, parcheggio P5 dell’aeroporto di Venezia. E anche in provincia di Treviso l’elenco è lungo”.

Ad affermarlo è Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, commentando lo stop ai lavori nel cantiere del sottopasso della Treviso-Ostiglia dopo la scoperta di metalli e idrocarburi, su cui ha anche presentato un’interrogazione.

“Quali attività sono state poste in essere dalla Regione per evitare la contaminazione della falda acquifera e per bonificare l’area?”, chiede l’esponente dem trevigiano. “Ci troviamo in un’area sensibile dove qualsiasi rifiuto interrato può ‘avvelenare’ la falda che si trova appena a uno-due metri di profondità sotto il livello del piano campagna”.

“Attendiamo l’esito dello studio analitico affidato ad Asa dopo i prelievi effettuati da Arpav per capire di che sostanze si tratti, ma i precedenti non ci lasciano certo tranquilli. Per restare in zona, ricordo i 45.000 metri cubi di materiali oggetto di indagini dell’Arpav e i 5.000 metri cubi di rifiuti pericolosi contenenti amianto presenti in una cava di Paese (dove dovrebbe starci solo ghiaia) e sequestrati di recente dalla magistratura veneziana, o i materiali portati illegalmente da Noale nella Cava Campagnole di Padernello. Insomma, il rischio che sia un’altra bomba ecologica è concreto”.

“Purtroppo quello dello smaltimento illecito è un fenomeno diffuso in Veneto, ne parla anche il report della Commissione bicamerale sulle Ecomafie, sfruttando l’assenza della politica che sul fronte dei controlli ambientali ha fatto poco o niente. E i costi vengono automaticamente scaricati sui cittadini che pagheranno con le loro tasse le attività di bonifica. O peggio, come nel caso di Treviso, Casier, Preganziol, Quinto saranno costretti a spendere di tasca propria anche per l’allaccio all’acquedotto a causa del mercurio che ha reso inservibili i pozzi privati. Per non parlare di chi vive nell’area contaminata da Pfas che sta pagando pure in termini di salute – chiude Zanoni, che in Consiglio è anche vicepresidente della commissione Ambiente – Chissà se per Zaia anche questa è una delle tante eccellenze venete”.

 

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