Niente giretto in montagna questo weekend a causa del meteo avverso che persino qui nella Bassa sta dando il peggio di sé tra cielo plumbeo, atmosfera uggiosa e pioggia sottile.
Resta il relax nell’imbarazzo della scelta come spesso nei weekend tra eventi culturali e manifestazioni gastronomiche: io preferisco una sana lettura. Mi ritaglio anche il tempo per prepararmi alle prossime escursioni di mezza stagione: abbigliamento a posto, pedule pure, zaino sempre pronto.
Sfoglio un volumetto sulle montagne venete e sui sentieri percorribili, in particolare tra Misurina e Cortina d’Ampezzo, al centro del maestoso gruppo montuoso del Sorapis. Qui si trova uno dei laghetti alpini più affascinanti del territorio, il lago di Sorapis. Il rifugio Vandelli (m.1926), del Cai di Venezia, si trova in posizione spettacolare, proprio al centro del grandioso anfiteatro del versante nord del gigantesco Sorapis (m.3205). Il fantastico laghetto dall’incredibile colorazione dominato dal Dito di Dio (m.2603). E’ un vero e proprio paradiso! L’acqua lacustre ha una colorazione quasi irreale, dovuta alle sottilissime polveri di roccia che provengono dal ghiacciaio che lo genera.
Mentre prendo nota dell’itinerario sul mio libriccino pieno di appunti, pregusto anche la meritata sosta gastronomica al rifugio, che raggiungerò attraverso il panoramico sentiero dal Passo Tre Croci. Non mi spaventano i tratti esposti (attrezzati con fune metallica) dove però sarà fondamentale prestare attenzione. Il periodo migliore per poterlo visitare sarebbe certamente d’estate, quando la neve lascia spazio alle verdeggianti mughete e il disgelo riempie il lago, ma mi accontenterò di questo periodo pre-invernale nella prima domenica di sole e di asciutto.
Sono immersa in questi paesaggi da sogno che mi consolano al solo immaginarli e navigo nel web per cercarne delle foto; all’improvviso tra le immagini meravigliose della montagna, online mi compaiono immagini molto meno piacevoli.
Il web mi propina proteste di cittadini, sit in nelle piazze, contestazioni e reazioni con cariche di polizia. La mia città e la provincia vivono momenti difficili tra chi vuole accogliere i migranti e chi invece no, chi li accetta in ogni caso e ad ogni costo anche negli “hub” delle vecchie caserme o di edifici erariali abbandonati e chi invece li preferirebbe distribuiti con misura nel territorio ad evitare concentrazioni ingestibili e pericolose. Altri ancora, proprio non li vogliono qui. Il contrasto tra le immagini è forte, forse troppo per un pomeriggio domenicale già grigio e dall’aria pienamente autunnale. Mi basta un clic a chiudere la pagina delle notizie peggiori, delle grida scomposte e delle cariche delle forze dell’ordine, delle polemiche e delle ragioni. Mi abbandono alla bellezza del paesaggio montano: il Sorapis e il Dito di Dio mi richiamano. Per questa volta spengo pure il computer e sto col naso incollato a queste foto, in attesa del prossimo weekend e di una sana passeggiata.
Meglio un rifugio di montagna e la montagna-rifugio: almeno per una volta, almeno per oggi. Domani, poi si tornerà ad occuparsi di “cose serie”.
Bruna Mozzi