“In Italia bastano tre persone per costituire un’associazione onlus con regolare rogito notarile, per poi accedere in quanto associazione culturale ai finanziamenti del 5 per mille in Italia e chiedere ed ottenere finanziamenti da stati esteri. La Comunità Islamica di Firenze e della Toscana, con Imam Izzedin Elzir, presidente dell’Ucoii, è appunto una onlus di questo tipo, che tra l’altro ha ricevuto 25 milioni di euro di finanziamenti dallo stato del Qatar, per far costruire 33 moschee in Italia”.
Lo ha spiegato Magdi Cristiano Allam, intervenuto a Feltre sabato pomeriggio alla conferenza di presentazione del suo libro “Islam, siamo in guerra” organizzato dal Gruppo Facebook “Te se de Feltre se …ghen parlen”.
Ma non è tutto. Tale Izzedin Elzir – racconta Magdi Allam – dopo aver costituito la onlus si è presentato alle autorità locali facendosi accreditare come imam (ossia “colui che sta davanti”, che nell’Islam equivale ad un funzionario religioso con funzioni che chiunque può esercitare, ma che non ha status di autorità) ed ha sottoscritto l’8 febbraio 2016 con il sindaco di Firenze Nardella un Patto di cittadinanza che promuova i valori della convivenza, della conoscenza e del rispetto reciproci.
Insomma, secondo Allam, si tratterebbe di una colossale leggerezza, nell’aver accreditato una persona che non ha nessuna delega, ma che si è autoproclamata imam. Sconcertante, inoltre, che lo Stato del Qatar, principale finanziatore dei jihadisti, abbia donato all’Ucoii 25 milioni di euro per la costruzione di 33 moschee in Italia per stessa ammissione del presidente dell’Ucoii, Izzedin Elzir.
E se a tutto questo aggiungiamo che il Corano prevede la Takya (o dissimulazione) per ingannare gli infedeli, ossia coloro che non si sottomettono all’Islam, diventa difficile, se non impossibile, credere a quell’Islam moderato, che chiede solo di pregare nelle moschee che intanto edifica più che può nel nostro territorio.
“Le persone vanno sempre rispettate – puntualizza Allam – non ci dev’essere alcuna criminalizzazione dei musulmani. Ma non dobbiamo abdicare l’uso della ragione. Dobbiamo poter dire che l’Islam è incompatibile con le leggi laiche dello Stato.”
“Oggi ci troviamo nella paradossale situazione in cui si può dire di tutto contro il Cristianesimo, ma ma ci siamo autoimposti di non dire nulla nei confronti dell’Islam, di Maometto, di Allah. Loro scatenano una guerra su una vignetta! Eppure Maometto è stato un violento. Disse che bisognava adorare solo Allah. Ma Allah era uno dei 360 idoli che venivano adorati in un pantheon pre-islamico di Medina, dove la fonte di ricchezza della gente del posto erano questi pellegrinaggi intorno alle 360 statuette del tempio. Si temette un danno economico e Maometto venne scacciato. Così iniziò a combattere contro quella gente uccidendoli. Se Maometto fosse vissuto oggi ed avesse commesso quelle analoghe atrocità del 7mo Secolo, sarebbe stato condannato per crimini contro l’umanità”!
Non risparmia nessuno, Magdi Allam, nella sua requisitoria. Anche Papa Francesco esce malconcio dalla fredda analisi dei fatti storici.
“Il Papa ha detto che abbiamo delle radici comuni all’Islam. Non è vero – sostiene Allam – , non abbiamo nulla in comune. Si sta solo promuovendo un relativismo che è nato nel 1965 con Papa paolo VI° laddove affermò che vi sono dei barlumi di santità in tutte le religioni”.
“Non possiamo sottometterci a casa nostra – afferma Allam – Guardiamo come faceva la Repubblica di Venezia. Che per oltre mille anni ha avuto un rapporto chiaro con l’Islam, di reciproco interesse. Chi veniva a Venezia doveva rispettare le regole della Serenissima. Nella Repubblica di Venezia non ci sono mai state moschee! L’Islam è sempre stato bandito tranne in quei territori occupati militarmente dai musulmani. Ebbene, noi dobbiamo avere come prospettiva l’ottemperanza delle nostre regole, la sacralità della vita di tutti e la pari dignità uomo – donna. Mentre nell’Islam la donna è considerata antropologicamente inferiore”.
La serata è stata sponsorizzata dalla Concessionaria Hyundai di Feltre dei Fratelli D’Incà, da Leggiero Assicurazioni di Leggiero Vincenzo di Feltre e da Panciera Arredamenti di Feltre.
(rdn)