“L’ultima legge di Stabilità ha sancito – con l’approvazione di un emendamento sottoscritto dalle senatrici di Fare! – la creazione di un fondo di 10 milioni di euro annui, per il triennio 2016-2018, a soccorso dei titolari di piccola e media impresa vittime di mancati pagamenti da parte di aziende debitrici. Il ministro deve emanare con urgenza il decreto attuativo affinché chi ne ha diritto possa accedere ai fondi. È impensabile procrastinare oltre, i nostri imprenditori continuano a chiudere e addirittura a togliersi la vita.
È urgente il decreto attuativo ed è urgente avviare una campagna di comunicazione seria e capillare, in concerto con le associazioni di categoria, in modo che si sappia che questo fondo esiste! È necessario che la piccola e media impresa si senta sostenuta; l’Italia ha bisogno dei suo i imprenditori.” Così la senatrice tosiana Raffaela Bellot che informa di aver appena depositato un’interrogazione all’indirizzo del ministro dello sviluppo economico per sollecitare appunto l’emanazione di un decreto attuativo in merito.
Il fondo, 30 milioni di euro in 3 anni, è noto agli addetti ai lavori come “Fondo Serenella”. Questo fondo prende corpo dalla sensibilità dimostrata alla vicenda di Serenella Antoniazzi (Concordia Saggitaria-VE), vittima dell’insolvenza fraudolenta da parte del proprio committente principale. “ Serenella Antoniazzi ha avuto la forza e il coraggio di scrivere la sua vicenda in un libro, ma non tutti hanno o hanno avuto questa forza” continua Bellot che ha richiamato il governo anche con un intervento in aula “ Bene che in Legge di stabilità il Governo finalmente abbia deciso di cominciare a creare strumenti a sostegno della drammatica situazione che colpisce la piccola imprenditoria, ma bisogna dare corso alla legge, quei fondi devono essere sbloccati, bisogna dare agli imprenditori la possibilità di attingervi!”.
La senatrice continua commentando le parole del sottosegretario al Mef ministero dell’Economia e delle finanze, Pier Paolo Baretta “ Dati i numeri del problema, e non parlo solo di soldi, qui si parla anche di vite umane, è bene che si sia preso atto ufficialmente e con l’istituzione di questo fondo che in Italia esiste un problema grave, capillare, diffuso. E concordo con Baretta nel valutare la cifra di 10 milioni annui come un atto non sufficiente, che deve essere implementato, ma si cominci intanto a rendere immediatamente operativo il fondo, altrimenti mentre a Roma si discute le aziende continueranno a morire.”
Cruciale secondo Raffaela Bellot anche il coinvolgimento delle associazioni di categoria nel rendere nota l’esistenza di questo fondo “ Nell’interrogazione ho chiesto al Ministro che sia avviata una campagna di comunicazione seria e capillare al fine di portare a conoscenza l’esistenza del fondo, lavorando in concerto con le associazioni competenti”.