San Pietro di Cadore. Dovrà rispondere di evasione dal regime di detenzione domiciliare cui era sottoposto C.G., cinquantottenne pregiudicato sorpreso al bar del paese in un orario in cui invece avrebbe dovuto essere chiuso tra le mura di casa.
Erano le 12.20 circa di sabato, quando i militari della Stazione Carabinieri di Santo Stefano di Cadore, nel corso dei consueti servizi di controllo del territorio, hanno suonato al campanello di casa dell’uomo, ai domiciliari dal febbraio scorso per finire di scontare una condanna di 5 mesi e 10 giorni di arresto per un cumulo di pene in seguito a svariate condanne per guida in stato di ebbrezza e porto abusivo di oggetto atto ad offendere, per verificare l’osservanza della misura detentiva cui era sottoposto. Doveva essere un regolare controllo di routine, durante il quale sarebbe stata eseguita un’ispezione dell’appartamento per escludere che il detenuto domiciliare fosse in compagnia di persone non autorizzate, ma quel giorno al campanello non ha risposto nessuno.
Non ci è voluto molto per rintracciare il soggetto in un bar distante qualche centinaio di metri dalla propria abitazione, mentre cercava inutilmente di farsi versare da bere. Alla vista dei carabinieri si è consegnato senza opporre resistenza né accampare inutili scuse, sapeva bene di dover rientrare nell’abitazione entro le 12.00, ma quel giorno aveva voglia di un drink e non ha resistito. L’uomo, autorizzato ad uscire dalle 11.00 alle 12.00 ogni giorno esclusivamente per assolvere ai bisogni di prima necessità, ha imparato a proprie spese che l’autorizzazione di cui beneficiava non includeva di certo la possibilità di una puntatina al bar per un drink con gli amici. La condotta infatti integra appieno il reato di evasione, del quale dovrà rispondere presto davanti l’Autorità Giudiziaria di Belluno, anche perché, sebbene nel caso specifico il detenuto non stesse ponendo in essere un comportamento contrario alle norme di vita comune, comunque era senza giustificazione in un luogo di ritrovo, quindi potenzialmente in grado di intrattenere rapporti con persone non autorizzate, in aperto contrasto con quanto prevede la misura alternativa della pena di cui beneficiava.
Al termine delle formalità di rito, tenuto conto del fatto che il detenuto era nuovo a violazioni della misura detentiva, i militari hanno ripristinato il regime di detenzione domiciliare, riaccompagnando l’uomo all’interno della propria abitazione e limitandosi a denunciarlo in stato di libertà. Sarà quindi l’Autorità Giudiziaria a valutare se, a causa della violazione commessa, sarà opportuno revocare al detenuto il beneficio concesso e farlo tornare in carcere ad espiare gli ultimi giorni della propria condanna.