“Con il voto di oggi, il Pd ha fatto slittare all’infinito il pronunciamento del Senato sulla questione Sappada. E’ un atteggiamento a dir poco arrogante, che fa capire quanto poco interessi a questa maggioranza il futuro non solo dei sappadini ma della montagna e delle aree più periferiche. Oggi il Parlamento doveva pronunciarsi: aveva il diritto di dire sì o no, ma aveva il dovere – anche costituzionale – di esprimersi e dare così una risposta definitiva ai cittadini di Sappada”.
A dirlo, nel giorno dello slittamento del voto sul caso Sappada, è il senatore Giovanni Piccoli.
“Nel corso della riunione dei capigruppo, la maggioranza ha deciso di posticipare il voto: lo ha fatto con poca trasparenza e tanta arroganza, sparigliando le carte in tavola e, negando, di fatto, tutti i passi in avanti fatti in Commissione Affari Costituzionali”.
“Il mio gruppo ha sostenuto la calendarizzazione immediata e caldeggiato un pronunciamento, ma non sono state ascoltate le nostre ragioni”, sottolinea Piccoli. “Il rischio concreto ora è quello di un rinvio secco della partita alla prossima legislatura”.
In aula Piccoli ha “stigmatizzato” l’atteggiamento della maggioranza: “Serviva una risposta coraggiosa: questo Parlamento doveva assumersi la responsabilità di una scelta in un verso o nell’altro. Invece, abbiamo assistito all’ennesima pagina di brutta politica. Il mandante è il Pd”.
In aula Piccoli ha anche auspicato che almeno si affronti la sua proposta di legge per l’istituzione di un fondo perequativo destinato alle aree “ordinarie” confinanti col Friuli: “Non si può negare alla radice il problema, sarebbe pura miopia politica e istituzionale. Le differenze tra Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale non è più tollerabile”.