“Apprezzo il realismo e la concretezza del presidente degli impiantisti veneti Renzo Minella: inutile chiedere lo stato di crisi o di calamità naturale se non piove e la neve non c’è o è troppo poca. Né la Regione, né tantomeno gli enti locali possono indennizzare ogni avversità atmosferica, tanto più quando si tratta di vere e proprie mutazioni climatiche. Ma questo non significa che il governo regionale non possa fare nulla per sostenere il turismo invernale che, lo ricordo, concorre in modo determinante a fare del Veneto la prima regione turistica d’Italia”. Federico Caner, assessore al turismo della Regione Veneto, raccoglie e rilancia l’appello del presidente dell’Anef a sostenere le società impiantistiche che gestiscono le diverse ski aree su Dolomiti e Prealpi costrette ad affrontare oneri milionari per garantire l’innevamento in una stagione di particolare siccità.
“Coinvolgerà il mio collega all’Agricoltura, l’assessore Giuseppe Pan – anticipa Caner – per destinare parte delle risorse del Programma di Sviluppo Rurale al mantenimento e ripristino dei pascoli, in modo da poter beneficiare nel periodo invernale di suoli ben curati e livellati e risparmiare così sulle spese di innevamento. I bandi del Psr, aperti da venerdì 8 gennaio, prevedono, tra le varie misure, contributi per il ripristino di terreni e del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali, e contributi per la diversificazione e per le zone montane. Per le aziende impiantistiche, inoltre – prosegue Caner – è possibile fare leva anche su un’altra filiera di risorse comunitarie accedendo ai bandi Fesr per l’efficientamento energetico a beneficio di investimenti strutturali in nuovi cannoni”.
“Mi farò, inoltre, promotore – aggiunge l’assessore – di un tavolo con Enel e con le multiutilities venete del servizio idrico per verificare la possibilità di compensazioni tariffarie sugli ingenti costi di energia e acqua che i gestori di impianti devono sostenere nelle ‘terre alte’”.
“Ma il grido di allarme che viene dalle società impiantistiche e, più in generale dagli operatori turistici di una montagna ormai sempre più spesso priva di neve – conclude Caner – ripropone ancora una volta l’obbligo di ripensare alle politiche di governo e di sostegno al turismo e l’urgenza di creare nuove sinergie. Perché non discutere insieme, in modo partecipato e responsabile, sull’impiego dei proventi della tassa di soggiorno? Si tratta di una imposta pagata dai turisti a fronte dei servizi di accoglienza, ospitalità, animazione e ricreazione che ricevono. Servizi che richiedono investimenti consistenti, come ben sanno gli operatori che gestiscono i comprensori sciistici. Ne stiamo discutendo nel percorso regionale di verifica e revisione della legge quadro sul turismo che abbiamo intrapreso con tutti gli operatori di categoria e territoriali del Veneto per rilanciare la competitività dell’intero sistema regionale.