Giorgio De Chirico, Virgilio Guidi, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi, Zoran Music, Tancredi Parmeggiani, Afro Basaldella, Lucio Fontana.
Sono questi alcuni dei grandi nomi della pittura italiana del Novecento, protagonisti della mostra “Gli anni delle guerre e delle ricostruzioni 1914 – 1964”, organizzata dalla Pro Loco Zumellese e presentata oggi (martedì 29 settembre) nella sede di Confindustria Belluno Dolomiti, a due giorni dall’inaugurazione in programma giovedì primo ottobre, alle 18,30, a Mel (Belluno).
Sessanta complessivamente le opere esposte nella prestigiosa sede del Palazzo delle Contesse, tutte provenienti da collezioni private del Triveneto e dunque difficili da vedere, «a conferma – come osserva Antonella Alban, curatrice della mostra insieme a Giovanni Granzotto – che la nostra regione è una terra di grandi lavoratori, ma anche di cultura».
Il progetto, condiviso con l’amministrazione comunale, intende rivisitare i percorsi dell’arte italiana nel cinquantennio che va dal 1914 al 1964, un periodo storico segnato da due conflitti mondiali e dalle ricostruzioni che ne sono seguite. In questo mezzo secolo di profondi mutamenti storici, assistiamo a un costante intreccio tra le proposte innovative e destabilizzanti delle avanguardie e la consacrata fedeltà alla matrice classica della nostra cultura, tratto caratteristico delle correnti più tradizionaliste. «La mostra di Mel – spiega Giovanni Granzotto, l’altro curatore della mostra – è ambiziosa e permette di vedere le opere realizzate dai più importanti artisti negli anni drammatici delle guerre e nei periodi di grande energia creativa che ne sono seguiti. Ovviamente non c’è la pretesa di esaurire scientificamente un percorso tanto complesso e allo stesso tempo fondamentale per tutta l’arte moderna, ma si intende offrire lo spaccato di alcuni straordinari momenti innovativi e riflessivi dell’arte italiana, produttivi di un fil rouge spesso davvero sorprendente».
«Questa mostra – spiega Renzo Limana della Pro Loco Zumellese – vuole essere anche un’occasione per la promozione di un bellissimo territorio qual è la nostra Valbelluna». «L’intreccio tra cultura e manifattura – afferma Lorraine Berton, delegata di Confindustria Belluno Dolomiti alla comunicazione e all’internazionalizzazione – è sempre più importante, come emerge anche dagli studi e dalle relazioni prodotte, in Italia, dalla Fondazione Symbola e dalla Fondazione Nord Est. Sappiamo che il patrimonio artistico e culturale è un tratto distintivo del nostro Paese, dove la bellezza dei luoghi si intreccia e si sovrappone allo stile e dei prodotti del Made in Italy, contribuendo ad alimentare il loro successo nel mondo».
La mostra sarà aperta dal due ottobre al sei gennaio.