La frittata oramai è fatta, sindaci bellunesi in ordine sparso nei confronti della regione, divisi su una questione insignificante, n° delle ULSS, e che lasciano in secondo piano le due più importanti: l’azienda zero che accentra tutto a Venezia e il sociale fortemente penalizzato nell’organizzazione sul territorio, oltre che già nei pochi fondi messi a disposizione. Ora Zaia, con grande furbizia, incalza i sindaci chiedendo loro di esprimersi singolarmente entro 60 giorni.
Che fare? Preoccupato per il futuro dell’ospedale cittadino e, ancor di più, della sanità nell’intero territorio provinciale, rilancio la richiesta che ho già fatto il 20 agosto: si attivi la Provincia.
Martedi prossimo c’è l’Assemblea dei Sindaci a Palazzo Piloni ed allora, con spirito autonomista riconosciuto dallo Statuto Regionale, si affronti anche il problema della proposta di legge Zaia su Sanità e Sociale in discussione. I tempi ancora lo consentono, si lavori per una posizione unitaria che lasci perdere il numero delle ULSS in provincia ma si concentri sull’efficienza dei servizi sanitari, sulla salvaguardia del sistema ospedaliero provinciale, sul sociale e con un secco no all’azienda zero che concentra tutto a Venezia. Si arrivi entro questi 60 giorni a produrre un documento unitario a difesa della salute dei cittadini e non dei campanili.
Già nel 2007 i sindaci bellunesi si erano espressi unitariamente sottoscrivendo, attraverso i due presidenti delle conferenze, un documento proposto dall’allora Assessore Provinciale alla Sanità , Angelo Costola (Giunta Reolon). Documento tutt’ora valido, a mio avviso, sul piano politico e nell’impostazione generale dei servizi.
Ora c’è “ la Provincia dei Sindaci” , dovrebbe essere ancora più semplice arrivare ad una posizione condivisa da tutto il territorio…..o no?
In ogni caso, mai come su questa importante partita, il destino dei bellunesi dipende, prima di tutto, da loro stessi …….dai loro sindaci.
Belluno, 10 settembre 2015
Quinto Piol
(Segretario Unione Comunale di Belluno)