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Nulla di nuovo sul fronte dell’autonomia bellunese * intervento di Primo Torresin

Primo Torresin
Primo Torresin

Non è una novità che le affermazioni del governatore Zaia circa l’assenza di risorse da destinare alla Provincia di Belluno siano condivise dalla sua maggioranza ed enfatizzate in negativo dall’opposizione. E non meraviglia neanche che ancora una volta ci sia un rimpallo di responsabilità tra territorio locale e nazionale. Disturba invece che nel tempo, nonostante le numerose e differenti espressioni di disagio che la popolazione bellunese ha periodicamente manifestato, nulla sia cambiato almeno sul piano del riconoscimento dell’autonomia amministrativa al nostro territorio. Le attese più volte espresse e sostenute dalle comunità locali e dalle loro rappresentanze amministrative, sociali ed economiche non hanno trovato, infatti, alcuna seria concretizzazione, ancorché risultassero e risultino, anche nell’attualità, pienamente coerenti con gli indirizzi politici nazionali e regionali in materia di gestione partecipata, delegata e responsabile del territorio. Parimenti, i progetti federalisti, visti anche come pareggiamento delle opportunità offerte alle diverse regioni e quindi attesi per consentire il superamento delle disparità determinate dagli Statuti speciali, soprattutto in materia di risorse pubbliche disponibili, non hanno trovato, ad oggi, alcuna reale concretizzazione.
Le infinite richieste di dare corpo alla specialità della montagna e di potenziare in un’ottica di piena, matura e soddisfacente integrazione con la pianura veneta, le prerogative della Provincia di Belluno e del suo territorio non hanno a tutt’oggi ricevuto risposta con provvedimenti significativi, mentre a prevalere è una logica di schieramento e di appartenenza che nulla ha a che vedere con la reale difesa e valorizzazione dell’interesse del territorio.
La popolazione, i lavoratori e le imprese della Provincia di Belluno hanno sempre chiesto ai loro rappresentanti nel Consiglio e nella Giunta della Regione Veneto e nel Parlamento italiano di farsi carico di un’azione politica trasversale che, responsabilmente, esprimesse le unanimi attese del territorio bellunese, abbandonando ogni contrapposizione legata strumentalmente all’appartenenza politica e da sempre considerate assolutamente sacrificabili al vero e unico obiettivo rappresentato dall’autogoverno degli enti locali bellunesi.
La grande e partecipatissima manifestazione promossa nel febbraio del 2013 è purtroppo rimasta fine a se stessa. Gli appuntamenti referendari non sono stati visti e interpretati come momenti di democrazia partecipativa ma sono stati spesso vissuti con contrapposizione fra le varie forze politiche e i promotori stessi.
Ora il balzello sta continuando e non c’è alcuna intenzione da parte di nessuno di cambiare stile. Le rappresentanze sociali (quelle che lo fanno) intervengono esclusivamente da un punto di vista politico/partitico/correntizio. A me pare definitivamente giunto il momento che le forze politiche, le rappresentanze istituzionali locali, regionali e nazionali realizzino le condizioni legislative ed amministrative affinché la popolazione, i lavoratori e le imprese bellunesi possano veder riconosciuta la autonomia/specificità di un territorio che, unico nel Veneto, si presenta come
transfrontaliero, interamente montano e popolato da minoranze linguistiche storiche. Ogni altra discussione è ormai superflua.
Feltre 8 gennaio 2015

Primo Torresin

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