Scrivo questa lettera aperta a Fabio Bristot per il diritto all’informazione che i cittadini hanno.
Io sono Giovanni Patriarca faccio parte dell’associazione Jabar, dal 3 dicembre stiamo facendo uno sciopero della fame a staffetta per chiedere che venga finalmente nominato il garante dei diritti del detenuto, che la delibera n.77 del 18 dicembre 2013 (un anno fa), votata dal consiglio comunale di Belluno e quindi anche da Rufus, ha istituito.
Ieri (17/12/2014) ero a Palazzo Rosso con lo stomaco vuoto e la mente lucida, ho salutato Andrea Lanari e Sergio Marchese che sono sensibili a questo tema e salutando anche Rufus gli ho detto che ero là presente per sollecitare il consiglio per la nomina del garante. La sua risposta è stata: “ci sono tante altre cose da fare prima”.
Caro Fabio, ci sono tantissime cose più importanti e urgenti da fare prima, sempre, in ogni momento, tutto è più importante di tutto e alla fine niente è più importante di tutto. Quella delibera l’hai votata e anche tu hai deliberato: “di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, comma 4, del D.Lgs. n. 267/2000, stante l’urgenza di provvedere”. E’ passato un anno!
Cosa ritieni più importante e primario dei diritti umani fondamentali? In carcere a Baldenich, come nel resto d’Italia, spesso mancano e persistono “condizioni disumane e degradanti”, le vedo ogni settimana con i miei occhi, seppure vada un po’ meglio.
Mi sono sentito offeso e deriso dalle tue parole e dal tuo sorriso denigratorio. La tua superficialità mi ha inibito di rispondere, ma ha sfamato l’angolo del qualunquismo nel mio stomaco che ora sto digerendo con questa lettera.
Giovanni Patriarca