“Non sono d’accordo con il Ministero della Difesa” dichiara Federico D’Incà deputato del MoVimento 5 Stelle “le nostre vallate non sono il campo di addestramento favorito dell’aeronautica militare e il rispetto per i civili deve essere salvaguardato”.
All’indomani della risposta arrivata dal Ministero della Difesa in merito all’interrogazione inviata a luglio che denunciava intensificazione del passaggio dei jet militari nelle Dolomiti per esercitazioni, D’Incà non è soddisfatto delle motivazioni riportate. “Nel territorio del Bellunese, in particolare dalla metà di giugno 2014, gli abitanti avevano notato che gli aerei arrivano sempre più a bassa quota con manovre spesso pericolose. Da più parti e dalle istituzioni locali erano state presentate richieste di stoppare o quantomeno di arginare tali esercitazioni, che riportano alla memoria i disastri aerei di cui la provincia di Belluno è già stata teatro, come quello del Lagazuoi nel 1987, della Valzoldana nel 2007 o l’evocazione della stage del Cermis nella vicina Val di Fiemme” spiega D’Incà
La risposta dal Ministro, Roberta Pinotti, arriva l’1 dicembre e spiega come “l’attività di volo militare risulta compiutamente disciplinata in ogni suo aspetto ed in particolare con riguardo all’incolumità dei terzi sorvolati”. La quota minima per sorvolare gli ambienti alpini è fissata a circa 660 metri e “tale disciplina si applica parimenti e senza alcuna deroga a tutti gli aeromobili” prosegue il Ministro “e ciò è avvenuto anche nel periodo indicato, quando, solo temporaneamente, per ragioni di carattere addestrativo, si è verificata una intensificazione dell’attività di volo militare”.
Conclude D’Incà: “Mi auguro che questa interrogazione, come tante altre fatte da parlamentari delle diverse parti politiche, possa fornire gli elementi per un ripensamento delle modalità di addestramento da parte delle autorità militari competenti”