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Contributi statali per l’editoria 2013: si prospetta una riduzione del budget. I privilegiati rappresentano solo il 10% di copie diffuse

giornaliRitorna sotto i riflettori la questione dei contributi statali per l’editoria. La direzione del dipartimento Editoria ed informazione della presidenza del Consiglio ha comunicato che non é in grado di precisare l’entità delle risorse destinate ai contributi 2013 alla editoria, benché nel luglio scorso la somma disponibile fosse di 55 milioni di euro. Una situazione che ha messo in allarme il mondo editoriale delle cooperative che ora, avendo inserito a bilancio di previsione i fondi calcolati sugli stanziamenti previsti, in caso di riduzione si troverebbe in difficoltà. L’Alleanza delle cooperative calcola che oltre 100 testate locali dovrebbero chiudere. Ma quali e quante sono le testate giornalistiche che hanno beneficiato di contributi statali. Innazitutto va detto che la maggioranza dei quotidiani pari al 90% delle copie diffuse non riceve nulla, e dunque solo il 10% di copie sono finanziate con contributi pubblici.

Ecco alcuni dati sugli ultimi contributi erogati relativi all’anno 2012. In vetta alla classifica delle 45 testate c’è Avvenire con 4 milioni 355mila 324 euro, Italia Oggi (3.904.773,62), L’Unità (3.615.894,65), Il Manifesto (2.712.406,23), Conquiste del Lavoro (2.284.955,46), La Padania (2.001.468,43), La Discussione (1.820.194,92), Il Foglio (1.523.106,65), Europa (1.183.113,76), Scuola Snals (1.164.126,30), Dolomiten (1.163.922,91).
Tra le coperative troviamo Famiglia Cristiana (142.069,68), Rho Settegiorni (127.551,95), Quaderni di Milano (139.389,12), Il Giornalino (136.708,56), Il Biellese (121.326,79), e anche l’ultracentenario bellunese L’Amico del Popolo (67.710,95).
Se si scorrono le tabelle ai link a fondo pagina, si scopre che molte testate finanziate dallo Stato sono per lo più sconosciute. E dunque, in periodi di vacche magre, non sarebbe male una cura dimagrante ai privilegi di pochi. Anche perché erogare generosi contributi a testate giornalistiche significa creare concorrenza sleale nel settore.
Il sostegno dello Stato all’editoria si fonda su tre pilastri: l’erogazione diretta di contributi come quelli sopra riportati, che riguarda i giornali di partito o movimenti politici, quelli delle cooperative di giornalisti e quelli delle minoranze linguistiche e per le comunità italiane all’estero. Poi vi sono i contributi indiretti che riguardano le pubblicazioni cartacee; queste godono di un regime fiscale agevolato detto “monofase” dove l’Iva al 4% si paga solo sul 20% delle copie stampate, mentre l’80% è esente da imposta. La terza modalità di contribuzione diretta riguarda le imprese editrici, per le quali è previsto un rimborso spese calcolato sul volume di vendite, spese di distribuzione, tiratura e altro. Oltre ad una serie di sbarramenti per poter accedervi.
Per l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria, ritenuto troppo oneroso per lo Stato, giace in Parlamento dallo scorso anno un disegno di legge del Movimento 5 Stelle, secondo il quale i contributi statali non rendono libera l’informazione anzi, la condizionano.

(adn)

Contributi alla stampa anno 2012:
http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_2012/comma2.pdf
http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_2012/comma32012.pdf
http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_2012/GRUPPO_1.pdf
http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_2012/GRUPPO_2.pdf

Contributi 2012 alle imprese radiofoniche di informazione generale:
http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_2012/RADIO_RADICALE_2012.pdf

Contributi 2012 alle imprese radiofoniche organo di partito o movimento
http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_2012/organi_di_partito_2012.pdf

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