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domenica, Settembre 15, 2024
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Paga con assegno falso un orologio Vacheron & Constantin. Arrestato truffatore e denunciato il complice  

P.L. 65enne trevigiano pluripregiudicato, è stato arrestato e tradotto presso la casa circondariale “Santa Bona” di Treviso per scontare una vecchia pena di 3 anni e mezzo e con la nuova accusa di truffa aggravata, ricettazione e falso. Indagato per truffa in concorso anche il complice D. M. G. 70enne originario di Ischia e residente nel trevigiano.

polizia 150x113La vicenda ha inizio nell’aprile di quest’anno, quando una filiale di un Istituto di Credito di Cortina d’Ampezzo segnalava al Commissariato di polizia di Cortina la presenza di un soggetto che richiedeva l’incasso di un assegno bancario che risultava rubato.

Raggiunto in banca, l’uomo raccontava ai poliziotti di Cortina l’accaduto, ovvero di aver ricevuto in dono, unitamente alla fidanzata, dalla madre di quest’ultima, un orologio in oro degli anni 50, marca Vacheron & Constantin, del valore di circa 4.000 euro.

Decisi a vendere l’oggetto, i due fidanzati inserivano sul periodico per annunci commerciali “Qui C’è” un annuncio nel mese di marzo in seguito al quale venivano contattati da un uomo, con chiara cadenza trevigiana, che si mostrava immediatamente interessato all’acquisto. Difatti, sentite poche spiegazioni sull’oggetto e sull’ipotetico importo da pagare, le parti concordavano un incontro, da tenersi in San Vito di Cadore, presso un bar, dove venditore ed acquirente concordavano la vendita per l’importo di 3.250 euro. Il saldo avveniva al momento a mezzo di un assegno bancario emesso dall’istituto Unicredit. Il venditore si recava presso la Banca Unicredit di Cortina, apprendendo che l’assegno era parte di un carnet oggetto di furto.

L’uomo che aveva intrattenuto la trattativa veniva descritto dell’apparente età di anni 55/65, alto 1.60/65, capelli castano chiaro e baffi.

Gli investigatori del Commissariato di Cortina d’Ampezzo individuavano l’intestatario dell’utenza telefonica utilizzata, analizzavano i filmati di video sorveglianza delle telecamere posizionate lungo la statale 51 al fine di individuare il mezzo (Fiat Punto di colore rosso) con la quale il truffatore e un suo complice avevano raggiunto San Vito di Cadore e naturalmente sentivano i racconti dei testimoni (persone presenti al bar al momento della trattativa).

L’utenza telefonica risultava intestata ad un pluripregiudicato che peraltro, una volta sentito, appariva sinceramente non coinvolto nella truffa ma alla fine ammetteva che aveva ceduto la sua S.I.M. ad amico, tale P L., nato a Treviso nel 1949, senza fissa dimora, i cui tratti somatici, apparivano subito congrui con quelli descritti dal truffato.

Poiché dai tabulati dell’utenza in questione comparivano anche conversazioni con un “Compro oro” di Conegliano Veneto gli investigatori si recavano presso quest’ultimo negozio, ipotizzando fosse il luogo ove era stato riciclato l’orologio ed accertando invece che anche la proprietaria di tale negozio era stata oggetto di una truffa avvenuta in maggio, ove un uomo, unitamente ad un complice, consegnando un assegno circolare perfettamente contraffatto, aveva acquistato oro per un totale di 9.700 euro circa. La stessa aveva sporto denuncia presso il Commissariato di Conegliano.

Dalla visione del video si appurava che l’individuo in questione era chiaramente lo stesso oggetto della ricerca di Cortina.

Le ulteriori indagini, compresa l’identificazione dell’auto transitata verso e da il Cadore, intestata ad un altro uomo riconducibile all’indiziato principale, portavano a riconoscere definitivamente P. L., come autore della truffa di San Vito. che oltre ad essere pluripregiudicato, risultava avere a suo carico un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Venezia, per vari reati, per i quali lo stesso doveva espiare la pena di 3 anni e mezzo di reclusione.

Gli investigatori di Cortina a quel punto si recavano a Ponte della Priula, (TV) dove, come si era saputo da fonti confidenziali, lo stesso era stato notato frequentare alcuni bar della zona.

Individuato il ricercato lo stesso veniva trovato in possesso di un telefono cellularecon inserita l’utenza ricercata, un carnet di assegni e dei foglietti manoscritti dai quali apparivano chiaramente le altre truffe che nel frattempo aveva congegnato.

P. L., prima di essere tradotto presso la casa circondariale “Santa Bona” di Treviso, veniva anche indagato per i reati di truffa aggravata, ricettazione e falso, mentre i colleghi del Commissariato di Conegliano provvedevano ad indagarlo per la truffa commessa ai danni del negozio “COMPRO ORO”, dopo che la titolare lo riconosceva attraverso formale individuazione fotografica.

A quel punto restava da individuare il complice. Lo stesso indagato ammetteva di essere giunto a San Vito a bordo dell’autovettura individuata dagli agenti del Commissariato insieme ad un uomo che gli aveva semplicemente offerto la somma di euro 500,00 per la trattativa, mentre l’altro si era tenuto l’orologio che poi avrebbe venduto per proprio conto.

Con successive indagini il complice veniva individuato in D. M. G., nato a Ischia nel 1944 ma residente nel trevigiano. Lo stesso veniva indagato per truffa in concorso.

Anche D.M.G. veniva sentito e raccontava che l’orologio l’aveva dato ad un presunto falsario/ricettatore di nome “Michelangelo”; tale nome era già comparso nel racconto del truffato il quale aveva riferito che aveva udito una telefonata nella quale il truffatore, rivolgendosi a qualcuno, diceva “Michelangelo, quello che fa gli assegni”.Al momento le indagini proseguono per dare un volto al ricettatore ed eventualmente ritrovare l’orologio.

 

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