“I numeri sull’occupazione diffusi dalla Cisl, al di là delle possibili interpretazioni, sono l’ennesima conferma di come imprenditori e dipendenti si trovino a dover uscire insieme da questa situazione di crisi economica e sociale: in questa partita così difficile è indispensabile essere uniti”. Il presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Gian Domenico Cappellaro, commenta così i dati sull’andamento del mercato del lavoro in provincia. “Che il periodo sia estremamente difficile – prosegue il numero uno degli industriali – lo sappiamo e lo ripetiamo da tempo. La crisi dell’economia reale sta colpendo duramente anche le aziende bellunesi, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni, con inevitabili ripercussioni negative sull’occupazione. In questo, la nostra provincia non rappresenta un’eccezione, ma rispecchia l’andamento generale dell’intero Paese”.
Come uscirne? Su questo, il presidente Cappellaro ha le idee chiare. “A livello nazionale – spiega – è necessario riuscire a cogliere i primi timidi segnali di ripresa che si intravvedono, anche se, purtroppo, solo nel settore manifatturiero. C’è dunque bisogno non solo di stabilità politica, ma anche di provvedimenti che incidano profondamente, abbattendo la spesa pubblica, riducendo il costo del lavoro, favorendo l’accesso al credito da parte di aziende e cittadini e liberando il Paese dal ricatto di una burocrazia ormai opprimente”. “A livello locale – afferma ancora Gian Domenico Cappellaro – sono indispensabili interventi che aumentino l’attrattività del territorio e la competitività delle aziende che qui operano. Penso, in primo luogo, all’annoso problema delle infrastrutture, materiali e immateriali: dalle strade alla ferrovia, alle reti telematiche. Ma penso anche alla situazione inaccettabile di un’amministrazione provinciale commissariata da due anni e, quel che è peggio, al momento senza prospettive”. “Se vogliamo porre fine all’emorragia di posti di lavoro – conclude il presidente di Confindustria Belluno Dolomiti – è necessario creare le condizioni che permettano alle nostre aziende di essere competitive. Da questo punto di vista, la nostra associazione si sta impegnando in alcuni progetti importanti che saranno presentati nelle prossime settimane e che riguardano l’internazionalizzazione, l’innovazione e l’adozione di nuovi modelli organizzativi e gestionali. E’ però indispensabile che anche le istituzioni pubbliche, dopo decenni di malgoverno, facciano finalmente la loro parte, senza tentennamenti, senza demagogia e senza ulteriori perdite di tempo. Il mondo delle imprese non può più attendere”.