“Ci sono state delle discriminazioni che meriterebbero di essere trattate sia a livello politico che giudiziario. Per questo invito le aziende che sono rimaste escluse dal bando a sportello del 1 luglio a fare ricorso. Una cosa deve essere certa: per il futuro occorrerà cambiare passo almeno fino a che tutto il territorio veneto non sarà servito in modo omogeneo da una efficiente rete di trasmissione dati”.
A dirlo è il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond in riferimento al bando ‘a sportello’ per il finanziamento di progetti presentati da imprese e organismi di ricerca veneti ed europei, nell’ambito dell’Asse 5 del POR CRO FESR (2007 – 2013).
Il bando, che era stato approvato dalla Giunta lo scorso 7 maggio con delibera n. 632, è stato aperto alle ore 9 del 1 luglio scorso e prevedeva che ogni soggetto proponente dovesse registrarsi in un sistema on line chiamato “Piattaforma Gif”. Le istruzioni erano pubblicate sul sito di Veneto Innovazione.
“In queste settimane ho fatto delle verifiche e ho appurato che ci sono stati numerosi disservizi. Alcune aziende non riuscivano ad accedere, altre sono state espulse dal sistema senza apparente motivo nel corso della compilazione del modulo”, spiega il capogruppo del Popolo della Libertà. “I disagi maggiori si sono verificati tra i soggetti ricadenti nelle aree meno servite dal punto di vista tecnologico, con connessioni più lente e altalenanti. E’ il caso del Bellunese, della Bassa Padovana, di alcune aree del Polesine e della montagna vicentina e veronese, dove alla farraginosità del procedimento si sono aggiunti motivi infrastrutturali”.
“E’ un fatto intollerabile che delle aziende abbiano perso delle occasioni di finanziamento – parliamo di risorse per oltre 6 milioni di euro – per colpa di un sistema mal funzionante ma soprattutto mal congegnato”, prosegue Bond. “So che ci sono delle aziende già pronte a ricorrere contro questo bando. Penso sia la strada giusta per evitare che anche in futuro si commettano errori di questo tipo”.
“Assicuro il collega Bond che tutte le procedure di controllo e verifiche sul bando dell’Asse 5 dei fondi europei sono già stati attivati a suo tempo proprio dalla Giunta regionale, senza attendere ricorsi, proprio per il carattere fortemente innovativo e sperimentale del bando di circa 6 milioni di euro”.
Lo afferma l’Assessore regionale Roberto Ciambetti in risposta alla presa di posizione del consigliere regionale del Pdl Dario Bond.
“Abbiamo attivato da subito – precisa l’assessore – una serie di controlli e analisi sull’andamento e sulle modalità’ tecniche delle procedure adottate proprio per verificare la correttezza del modello proposto, e gli eventuali limiti o capacita’ di assolvere alle caratteristiche e ai requisiti previsti dal bando stesso, i cui termini sono stati approvati dalle Autorita’ comunitarie. Le procedure on-line sono state, del resto, caldeggiate e richieste proprio dall’Unione Europea e sono destinate a diventare la prassi futura. Il modello adottato in Veneto per il bando, che, lo ripeto, è stato monitorato con molta attenzione, risponde a questa esigenza alla quale la Regione non può derogare, nonché alle esigenze della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.
L’intera procedura, peraltro – ricorda Ciambetti a Bond – compresi i vincoli e i termini del bando, erano stati illustrati in maniera dettagliata nel corso di due incontri specifici, molto affollati, nei quali venne approfondito ogni aspetto e chiarito ogni dubbio. Da ultimo, rilevo che questo bando ha registrato una partecipazione straordinaria, superiore a qualunque attesa, a dimostrazione dell’interesse sollevato da una proposta fortemente innovativa ed evidentemente in sintonia con le aspettative del territorio”.