Roger De Menech, Deputato Bellunese del Partito Democratico, interviene con una Lettera al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Bray, per porgli il problema dell’Archivio di Stato di Belluno, sorto in seguito alle dichiarazioni del suo predecessore circa la riduzione del personale.
Con il decreto 22 gennaio 2012 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha posto vincoli precisi all’Amministrazione di diversi Ministeri, per la riduzione del personale, in relazione a nuove piante organiche. La revisione ha comportato per il Ministero per i beni e le attività culturali una drastica riduzione della fascia più bassa dei dipendenti degli Archivi (i ‘commessi’) da 972 unità in servizio, più 13 comandati in tutt’Italia, a una nuova pianta organica di 700 unità. Le fasce intermedia ed alta (impiegati e funzionari) presentano invece carenza di organico. Rimane il problema degli esuberi (272), che si presume resteranno in servizio nei rispettivi uffici in tutt’Italia, mentre sono partite subito le revoche per tutti i 13 comandati, senza analizzare la situazione specifica degli istituti in cui prestano servizio.
La Direzione generale competente per il personale (DG-OAIP), in seno al Ministero per i beni e le attività culturali ha revocato dunque i 13 comandi, con effetto immediato. Di questi, 5 provengono dal Veneto, 2 sono di Belluno. Se dovesse essere confermata la loro revoca, sottolinea De Menech, non subentrerebbe nessun altro al loro posto e l’Archivio di Stato sarebbe costretto a chiudere gran parte dei servizio oggi garantiti. Si confidava nella revisione delle piante organiche per poterli, anzi, assorbire stabilmente.
L’Ufficio scolastico regionale per il Veneto, cui compete la decretazione circa i comandi, ha risposto rinviando la revoca al naturale compimento del comando (31 agosto 2013). In assenza del decreto di rientro, a firma di detto ufficio, nel frattempo i comandati restano in servizio all’Archivio di Stato di Belluno.
A favore dei due bellunesi sono state inviate alla DG-OAIP specifiche richieste da parte di due autorevolissimi uffici: due Direzioni dello stesso Ministero per i BBCC e pari grado rispetto alla DG-OAIP: Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto e Direzione generale per gli Archivi.
Entrambe le richieste riconoscono la specificità e le difficoltà di personale dell’Archivio di Stato di Belluno, rispetto alla situazione degli altri 11 ‘comandati’ e chiedono di trovare diversa soluzione.
L’onorevole del Partito democratico chiede pertanto che il taglio del personale non sia fatto senza una analisi delle specifiche realtà, e che i due dipendenti siano confermati in pianta stabile all’Archivio di Stato di Belluno, perché risultano indispensabili per il funzionamento dell’ufficio, e per garantire tutte le iniziative illustrate nella nota allegata.
All’Archivio di Stato di Belluno, senza i due dipendenti che provengono dalla Scuola, prosegue il deputato bellunese, rimarrebbero solo due altre unità, che non sono sufficienti per garantire l’apertura pomeridiana dell’Istituto per tre pomeriggi alla settimana, il prelievo e la ricollocazione del materiale, oltre tutte le altre specifiche ulteriori incombenze.