“Finalmente si è trovata una soluzione di buon senso, tagliando tempi e costi, ma soprattutto facendo l’interesse di migliaia di malati reumatici. Quello che deve essere affermato ancora una volta è che il sistema sanitario regionale non può limitare la somministrazione di farmaci ritenuti sicuri ed efficaci dalla letteratura scientifica e dalla pratica”.
A dirlo è il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond dopo che la Commissione tecnica regionale ha allargato la prescribilità del Denosumab – farmaco utilizzato per il trattamento dell’osteoporosi post-menopausale – a tutti i medici specialisti.
Nel marzo scorso lo stesso Bond aveva chiesto all’Assessorato alla Sanità con una interrogazione a risposta scritta (cui avevano aderito quali co-firmatari il presidente della Commissione Sanità Leonardo Padrin e il presidente della Commissione Bilancio Costantino Toniolo) di muoversi affinchè si eliminasse la direttiva secondo cui il Denosumab poteva essere prescritto solo dai centri già autorizzati dalla Regione per la prescrizione dei farmaci teriparatide e ormone paratiroideo, limitando nei fatti le prerogative di molti medici specialisti.
Spiega Bond: “Nell’agosto del 2011 l’agenzia italiana del Farmaco (Aifa) aveva stabilito che il denosumab è soggetto a prescrizione medica da rinnovare volta per volta da parte dei centri ospedalieri dedicati e da parte degli specialisti quali l’internista, l’ortopedico, il reumatologo, il fisiatra, il geriatra e l’endocrinologo. Nel dare attuazione alle indicazioni Aifa, la Regione Veneto, attraverso la Commissione competente, ha però affermato qualche mese dopo che il farmaco poteva essere prescritto solo dai centri già autorizzati dalla Regione per la prescrizione dei farmaci teriparatide e ormone paratiroideo. In questo modo sono stati esclusi gli specialisti previsti invece dall’Aifa”.
“In termini pratici questa limitazione ha comportato numerosi disagi per medici e pazienti, raddoppiando di fatto iter e costi. Di fronte infatti a una malattia trattabile con il denosumab lo specialista era obbligato a ricorrere ai Centri previsti dalla Regione. Questo significava una doppia visita, una doppia consulenza specialistica e una doppia prescrizione”, sottolinea il capogruppo del Pdl.
“Per questo ho chiesto all’Assessorato dove stesse la logica ma soprattutto il risparmio”, afferma Bond, “anche perché tale farmaco ha un costo inferiore, anche di dieci volte, rispetto al medicinale di riferimento per il trattamento dell’osteoporosi complicata severa”.
“Anche a seguito di questa mia segnalazione, che faceva sintesi di un disagio diffuso e radicato, la pratica regionale si è allineata a quella nazionale”, conclude Bond. “In questi casi bisogna stare sempre molto attenti perché non ci possono essere malati di serie A e malati di serie B”.