“Quello che deve essere chiaro in un momento come questo è che il Bellunese ha bisogno di nuove forme di autogoverno al di là delle tante dichiarazioni ottimistiche che ho visto e sentito in queste ore riguardo al futuro della Provincia intesa come ente. Occorre essere realisti e dire che la guerra non è finita ma è solo iniziata. Con questa pronuncia la Corte Costituzionale non ha salvato le province, bensì ha semplicemente ridato in mano il pallino al Governo che adesso agirà per via costituzionale con l’obiettivo di cancellarle. Sarà dovere di noi bellunesi dimostrare la necessità di avere strumenti adeguati per il nostro territorio”.
A dirlo è Giovanni Piccoli, senatore Pdl: “L’obiettivo principale di noi amministratori ed esponenti politici bellunesi non deve essere tanto quello di salvare la Provincia-ente quanto quello di dare alla comunità bellunese quelle forme di autogoverno riconosciute – tra l’altro – dallo Statuto regionale del Veneto. Mi riferisco ovviamente alla famosa specificità. Che poi si attui attraverso l’ente Provincia o altri contenitori è un ragionamento che viene successivamente. Non facciamo dell’ente Provincia un feticcio facendo finta che tutto sia sempre andato per il meglio.
Ricordo solo che alle ultime elezioni provinciali – dove anch’io correvo (Piccoli ricoprì la carica di vicepresidente per un breve periodo fino alle sue dimissioni. Gli succedette Michele Carbogno, fino al commissariamento, determinato perché una parte del Pdl sfiduciò il presidente ndr) – si recò alle urne una minoranza di bellunesi, segno che forse la Provincia-ente non è la panacea di tutti i mali.
Concentriamoci piuttosto su quello che può funzionare davvero e diamo occasioni di sviluppo alla nostra comunità individuando soluzioni davvero operative”.